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Racconto dei giorni 3 e 4 di un viaggio dedicato ad uno degli architetti più famosi del secolo scorso

Per leggere la prima parte del nostro racconto, clicca qui

Ci siamo lasciati con la Sagrada Familia, icona culturale di Barcellona e meta di numerosi viaggiatori e studenti da parte di tutto il mondo.

Il nostro viaggio nella capitale della Catalogna continua alla scoperta di altri 3 luoghi che il Maestro ha segnato all’interno della città.

Continuiamo.

Giorno 3: Casa Milà

Ci dirigiamo verso Casa Milà, a quanto pare la casa che ha più fatto discutere i colleghi di Gaudi ai tempi della sua costruzione: sconvolgendo tutte le regole architettoniche, La Pedrera ha una facciata composta esclusivamente da colonne che sorreggono la struttura, donandole una forma ondulata immediatamente riconoscibile da lontano.

Eccentricità e futurismo sono solo alcuni degli aggettivi che ci viene in mente di dare a questo luogo: collega due edifici portanti, assume le fattezze interne di un animale marino, le maniglie delle porte sono scolpite in modo tale da accompagnare la forma della mano che vi si poggia ed i giochi di luce che sfruttano la posizione del sole durante il giorno si trovano in ogni angolo della casa.

Non chiediamoci cosa ha fatto Gaudì in questa abitazione, piuttosto chiediamoci cosa non ha fatto: non ha lasciato nulla al caso e non ha assolutamente dimostrato di essere a corto di idee.

Concludiamo con un piccolo aneddoto: durante la visita, accompagnati sempre da un’audioguida, si parte dal terrazzo e poi si scende pian piano. È proprio il terrazzo il punto in cui il visitatore si sente quantomeno spaesato: invaso dalle curve e da animali mitologici che ricordano lontanamente dei gargoyle, non si capisce dove sia l’inizio e dove sia la fine del percorso.

In questa piacevole perdita di orientamento, si possono scattare fotografie magnifiche e giocare con le curve e le scale che portano da un dislivello all’altro, cogliendo la sfida che la voce registrata all’interno delle tue orecchie ti pone: divertirsi ad individuare le pietre color verde smeraldo che ornano alcune delle teste di questi fantomatici mostri marini.

Giorno 4: Casa Batllò e Park Guell

L’ultimo giorno ci siamo dati da fare per non perdere le due visite più in voga quando si va a Barcellona: Casa Batllò e Park Guell.

In entrambi i casi, una presentazione sarebbe superflua: la casa privata più famosa l’una, il parco che dona a Barcellona l’appealing eclettico che ha l’altro.

Casa Batllò si trova al numero 43 di Paseo de Gracia, una strada molto famosa della città che anticamente univa il perimetro urbano alla Villa de Gracia, oggi divenuta un quartiere a tutti gli effetti.

Gaudì mette mano alla casa fra il 1904 ed il 1906, riuscendo ad evitare una demolizione dell’edificio prevista dalla stessa famiglia Batllò.

Anche in questo caso ci troviamo di fronte a formule già descritte: ambiente marino, colori sgargianti, superficie ondulate fatte di pietre, vetro e ceramica. Ma allora cos’è che attrae ogni giorno migliaia di turisti all’interno di questo magico spazio?

Abbiamo provato a darci una risposta: le innumerevoli interpretazioni dello stile architettonico della casa, da quella che vede la rappresentazione della leggenda di San Giorgio, patrono della Catalogna, alla reificazione delle serie di dipinti di Monet raffiguranti le Ninfee, fino alla classica individuazione di un paesaggio marino con le diverse forme che assunte dall’acqua, non rendono giustizia alla complessità dell’architettura.

In tutto questo c’è sicuramente della verità, che tuttavia Gaudì, fin quando è stato in vita, non si è mai preoccupato di confermare o meno: un simbolismo potenzialmente infinito inserito all’interno di un unico luogo. Non è forse proprio questo il senso dell’arte, stimolo imperscrutabile alla continua ricerca di significati da parte dell’uomo?

Concludiamo con la location che merita una visita durante il tramonto: la zona monumentale di Park Guell, in cui Gaudì ha avuto la possibilità non di imitare la Natura, ma di crearla.

Si entra dalle due case apparentemente fatte di marzapane da cui si vede subito la scalinata della lucertola (che poi è una salamandra…) che porta al famoso Tempio Dorico, in cui le colonne sembrano fondersi totalmente con le radici degli alberi. Una sorta di chiostro naturale destinato alla funzione di mercato: Eusebi Guell aveva pensato proprio a tutto, cercando di dare vita, insieme all’architetto, ad una città giardino, concetto con cui familiarizzò molto durante la sua permanenza nel Regno Unito.

La nostra piccola guida si conclude con un breve off-topic, come promesso:

Se mai passerete da Barcellona, non perdetevi il MACBA, o meglio, la piazza che lo circonda: uno skate park a cielo aperto ed uno spazio in cui la riproduzione di un muro di Keith Haring lungo ben 33 metri funge da cornice a scene di vita urbana, fra cui quelle che prevedono battaglie di free style a cielo aperto.

Lungi dall’essere una vera guida, abbiamo cercato di raccontare quello che il viaggio a tema Gaudì ci ha trasmesso: non importa quanto si vuole essere innovativi e geniali, la creatività nasce dalle cose più semplici.


Eleonora Rebiscini, storica dell’arte e aspirante blogger, inizia ad affacciarsi nel mercato dell’arte contemporanea.
Passatempo preferito: scattare fotografie al museo e pubblicarle su instagram con @elancora.