XX secolo
cm 23 x 17
Piero Leidi (Brescia, 1892 – Bedizzole, 1976)
Scorcio montano con Ponte di Legno
Tempera su cartone, cm 23 x 17
Firmato in basso a destra “P.Leidi”; datato 1943 e inscritto sul retro
Piero Leidi, artista di origini bresciane, studiò a Lugano presso Luigi Rossi (1852-1923), convinto sostenitore della pittura en plein air sino agli anni Ottanta del XIX secolo; Rossi rinfocolò in Leidi la dedizione per le vedute montane, mai abbandonate nemmeno quando l’artista seguitò gli studi all’Accademia di Firenze. Contemporaneamente alle lezioni fiorentine, Leidi si iscrisse alla scuola bresciana di pittura Moretto, ricevendo già nel 1913 i primi premi per la veristica capacità di restituzione del dato paesaggistico. La sua attività espositiva si limitò ai primi decenni del XX secolo, segnatamente alle partecipazioni documentate presso mostre milanesi, torinesi, cremonesi, genovesi, veneziane e bresciane entro il Gruppo degli Artisti Indipendenti. L’accrescere del prestigio consentì all’artista di partecipare anche a mostre estere, come a Parigi, dove Leidi si distinse per un’inedita visione dello scorcio di montagna.
Il presente paesaggio riunisce splendidamente tutte le caratteristiche della pittura di Leidi: un colorismo cristallino pervade l’intera composizione, scandita da liquide pennellate che definiscono solidi volumi, in una silenziosa restituzione di un’istantanea di vita. Gli evanescenti tocchi con cui l’artista distingue pazientemente gli infissi e i legni delle finestre insieme ai gruzzoli di mattoni che costruiscono un muretto lontano ben si accordano con la sottile ombra tagliata tra le parche abitazioni e che pare raffreddare l’erba. Nel dipinto è identificabile uno scorcio di Ponte di Legno, comune bresciano rappresentativo della produzione dell’artista.
Il lirismo formale che zampilla dal particolare punto di vista, conferente uno stato di grazia alla nobilissima povertà del luogo, è memore del realismo socialista cui Leidi partecipò nell’adozione di questi particolari soggetti, di muta contemplazione. A queste vedute sono accostabili diversi disegni a carbone ritraenti operai e contadini, sulla scorta delle coeve esperienze di Giuseppe Pellizza da Volpedo e Francesco Filippini.

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