Esaurito
Francesco Turrini Antiquariato
Via della Sorgente n.40
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Epoca

Anno 1950 circa.

Misure

Altezza: 91 cm. Larghezza: 70 cm.

Descrizione

Pietro Melandri (Faenza, 1885-1976), “Specchiera in maiolica di stile settecentesco”. Le riserve floreali sono realizzate con la tecnica del “terzo fuoco”.

Nel corso del decennio 1950-1960, il grande ceramista faentino, anche grazie all’incoraggiamento di Giò Ponti, si dedicò alla decorazione e all’arredamento di interi locali (bar, istituti di credito, pasticcerie, ospedali, private abitazioni), usando come unico “medium” espressivo la maiolica. Tali realizzazioni, che rinverdivano i fasti settecenteschi della rarissima produzione di trumeaux, tavolini sussidiari, stipiti di portali e specchiere della storica fornace Ferniani, rappresentano una “sorta di summa nell’arte di Melandri, ormai pienamente autonomo nel dominare un proprio originale linguaggio epsressivo” (E. Gaudenzi, 2002). La specchiera in esame si ispira ai modelli dell’ebanisteria veneta del XVIII secolo e alla relativa tradizione del mobile laccato e dipinto, ma il modello viene attualizzato grazie al sapiente inserimento di delicatissimi inserti floreali su fondo oro e dalla presenza di insetti (libellule, coccinelle, etc.), nonché di piccoli fiori recisi, resi con un naturalismo degno della pittura fiamminga, sparsi lungo la superficie della cornice. Nell’ultima immagine della galleria, compare un’altra specchiera, di gusto rococò veneziano, facente parte di un’intera parete a rilievi, realizzata da Melandri attorno alla metà degli anni ’50 per un prestigioso atelier di moda milanese, e ora custodita presso la collezione della fondazione della Banca di Forlì- Credito Cooperativo. L’immagine è tratta dalla monografia “PIETRO MELANDRI” di E. Gaudenzi, Gruppo Editoriale Faenza Editrice S.P.A, 2002 (pg. 213).

La specchiera in questione si presenta in un buono stato di conservazione. Lungo la parte apicale che collega la cimasa traforata al corpo della cornice, sono presenti alcune piccole fratture e felature, che, comunque, non pregiudicano il valore commerciale dell’opera. Firmata “P. MELANDRI”, in basso a destra. Firma sotto vetrina.

Si rilascia certificazione di autenticità e di lecita provenienza dell’oggetto a norma di legge.

Approfondimenti
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