XII secolo
cm 90 x 70
XVII secolo, Scuola emiliana
Santa Cecilia
Olio su tela, cm 90 x 70
La tela raffigura Santa Cecilia, riconoscibile grazie ai tradizionali attributi della corona di fiori e dell’organo che sta suonando. Cecilia è stata una nobile romana convertita al cristianesimo, vissuta tra II e III secolo. Il suo culto è molto popolare poiché Cecilia è la patrona della musica, degli strumentisti e dei cantanti e viene ricordata il 22 novembre. La Chiesa più importante a lei consacrata è la Basilica di Santa Cecilia in Trastevere, risalente alla prima cristianità, si presume fosse stata costruita proprio sopra la dimora in cui visse. In suo onore, prese avvio a fine del secolo XIX uno storico movimento di riforma della musica sacra, detto Cecilianismo.
La giovane Cecilia, nata un’aristocratica famiglia a Roma, sposò il nobile Valeriano. Si narra che il giorno delle nozze nella casa di Cecilia risuonassero organi e lieti canti a cui la santa accompagnava questo canto: “conserva o Signore immacolati il mio cuore e il mio corpo, affinché non resti confusa”, ed è per questo che diverrà la santa protettrice dei musicanti. Confidato allo sposo il suo voto, anch’egli si convertì al cristianesimo e nella prima notte di nozze ricevette il Battesimo per mano del Pontefice Urbano I. Tornato nella propria casa, Valeriano vide Cecilia prostrata nella preghiera con un giovane: era l’Angelo che da sempre vegliava su di lei. Insospettito, chiese una prova dell’effettiva natura angelica di quel giovinetto: questi, allora, fece apparire due corone di fiori e le pose sul capo dei due sposi. Ormai credente convinto, Valeriano pregò che anche il fratello Tiburzio ricevesse la stessa grazia e così fu.
ll giudice Almachio però aveva proibito di seppellire i cadaveri dei cristiani, ma i due fratelli convertiti alla fede si dedicavano alla sepoltura di tutti i poveri corpi che incontravano lungo la loro strada. Vennero così arrestati e dopo aver redento l’ufficiale Massimo che aveva il compito di condurli in carcere, sopportarono atroci torture piuttosto che rinnegare Dio. Cecilia pregò sulla tomba del marito, del cognato e di Massimo, anch’egli ucciso perché convertitosi, ma poco dopo venne chiamata anch’ella davanti al giudice Almachio e arsa sul rogo, si narra però che “la Santa invece di morire cantava lodi al Signore”. Convertita la pena per asfissia in morte per decapitazione, il carnefice vibrò i tre colpi legali ma Cecilia morì solo dopo tre giorni. Fu Papa Urbano I, sua guida spirituale, a renderle la degna sepoltura nelle catacombe di San Callisto.
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