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Grazie alla collaborazione con Ilaria Marcatelli, esce oggi il primo di sei articoli dedicati all’artigianato veneziano. Questa la selezione realizzata dalla giovane architetto per la GAA Foundation (www.gaafoundation.org) in occasione della mostra VENICE DESIGN curata da Nina Dorigo, Camille Guibaud e Anaïs Hammoud e ospitata dall’European Cultural Centre in Palazzo Michiel, Venezia.

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Intro – Ilaria Marcatelli

Parallelamente alla mostra di Design internazionale VENICE DESIGN, organizzata a Palazzo Michiel , è nata l’idea di calare i visitatori in una dimensione specificatamente veneziana parlando di design e artigianato tipici della laguna.
Abbiamo deciso di selezionare 42 botteghe con diverse specializzazioni ma accumunate dalla modalità di produzione artigianale, dall’attenzione per il materiale, dalla cura per i dettagli e dai risultati di altissima qualità. Si presentano al tempo stesso laboratori dove gli artigiani esercitano la loro attività, e showroom in cui essi espongono e vendono i loro prodotti.
Presentare il design per le calli della città è anche una maniera alternativa di concepire la mostra stessa. Il Design è un’arte strettamente in correlazione con l’aspetto pratico e concreto dell’oggetto. Il fatto di prolungare la nostra mostra di design anche all’esterno di Palazzo Michiel, creando una sorta di mostra itinerante che coinvolga tutto il tessuto veneziano, mette i visitatori in stretta relazione con l’aspetto più intimo del design. Molto spesso è possibile cogliere il processo ideativo e vedere quello produttivo, oltre al prodotto in sé. Conoscere l’artigiano è decisamente un valore aggiunto, in quanto è possibile entrare a contatto con la specificità della storia dell’oggetto stesso. Nulla è un doppione, tutto è creato con estrema attenzione e cura.
Inoltre l’oggetto della mostra non è più esclusivamente l’oggetto finale, ma molto spesso fanno parte della sfera del design anche i macchinari di produzione presenti nelle botteghe, altrettanto di fascino.
L’esposizione a Palazzo Michiel può essere quindi considerata anche il punto di partenza e lo stimolo per un’esperienza più ampia, frutto del contesto unico in cui essa si colloca: Venezia. Si tratta infatti indubbiamente di un palcoscenico ricco di saperi, in cui l’artigianato raggiunge livelli di unicità nei suoi diversi ambiti.
Ma nonostante il substrato culturale di questa città sia estremamente fertile, è anche vero che esso risulta soffocato da una stratificazione commerciale, con il tempo, sempre più arida di significati.
Ci troviamo di fronte ad una realtà in cui le attività produttive sono inevitabilmente influenzate dai meccanismi di globalizzazione, e le richieste di lavori su ordinazione sono sempre più in calo a vantaggio di una produzione industriale, nonché seriale. Ma è anche per questo motivo che il concetto di artigianato assume un valore ancora più prezioso.
Il progetto si propone di selezionare attività di artigianato in territorio veneziano che non solo resistono agli attuali meccanismi di produzione, ma anche continuano a distinguersi per la loro inconfondibile qualità. Riservando a queste botteghe l’attenzione che meritano, la prospettiva è quella di dare la possibilità agli amanti dell’arte di proseguire la mostra di design internazionale cogliendo queste perle di artigianato locale.
La ricerca è stata fatta attraverso relazioni umane, la conoscenza del lato artistico e culturale ma anche antropico e sociale.
Dietro ai prodotti presentati in questa sezione ci sono persone da cui imparare e farsi consigliare, oltre alle loro mani che conferiscono un valore inestimabile a ciascuna delle loro creazioni.

 

1 – ALTROVE

In questo atelier di vestiti, situato nella zona di San Polo, ogni idea parte dal significato della parola Altrove, come la sensazione di andare oltre la convenzione spaziale e temporale:

“Altrove è una parola che ci è sempre piaciuta molto, è forse la parola che più si presta ai sognatori. Ma non ha una accezione negativa per noi, non è un altrove nel senso di voler fuggire da qualcosa. È essere costantemente da un’altra parte, in un viaggio perenne. Quindi una parola pregna di significati, con una valenza fortemente positiva. Tutti i nostri capi nascono in qualche modo da una forma geometrica. Sono sviluppi di forme. Forme senza limitazioni di sorta”.

Requisiti di funzionalità e vestibilità creano volumi nuovi e i tessuti, scelti con cura maniacale e tutti rigorosamente Made in Italy, sembrano accompagnare il corpo, quasi custodirlo nella modalità dell’essere anziché dell’avere.
Un’estetica che fa uso espressivo della struttura, declinata in tonalità monocromatiche e accompagnata da una precisa conoscenza tecnica e sartoriale, che proprio nella rilettura delle linee sa farsi contemporanea.

2 – TIPOGRAFIA BASSO

Situato in una calle tranquilla di Cannaregio, il famoso laboratorio di stampa di Gianni Basso è difficile da scovare. Non ama la tecnologia moderna. Pertanto chiunque voglia entrare in contatto con il “Gutenberg di Venezia” dovrebbe inviargli una lettera o raggiungerlo sul suo telefono rotativo, così come farebbe la sua famosa clientela (tra cui Hugh Grant e il premio Nobel Joseph Brodsky). E ne vale la pena.
Istruito nell’arte della stampa da monaci armeni, ora sta passando il testimone al figlio Stefano.
Il negozio di stampe genuino ed accogliente è una macchina del tempo. Le librerie, accanto a una pressa del XVIII secolo, sono ricoperte di incredibili ex libris e litografie che hanno catturato l’atmosfera di Venezia come era 150 anni fa. Di notevole fascino è anche la sua vasta collezione di antiche sculture in legno e incisioni in rame, che egli ha accuratamente raccolto.

3 – MARIO BERTA BATTILORO

“Mario Berta Battiloro” è stata fondata nel 1969, con l’obiettivo di portare avanti l’antico mestiere familiare iniziato nel 1926. Nel laboratorio storico – dimora di Tiziano nel sestiere Cannaregio – oro, argento e altri metalli preziosi sono trasformati in foglie ultra sottili. Le basi del business sono la sua produzione artigianale e la sua lavorazione manuale. Il rispetto delle procedure del XVI secolo e l’utilizzo di soli strumenti manuali garantiscono un prodotto di qualità superiore, a causa della minor manipolazione subita dalla materia prima.
La fase di fusione (che elimina le impurità del metallo) e la laminatura dell’oro (il martellamento eseguito dal Maestro Marino Menegazzo) sono affascinanti da guardare.
Le lamine saranno quindi adatte per l’utilizzo, in gran parte, nel campo dell’arte. Possono essere utilizzate per ornare i mosaici come quelli della Basilica di San Marco, o alcune parti delle gondole. La società sta estendendo la propria produzione ai settori alimentare e cosmetico, che consente di esplorare opportunità innovative.

Courtesy of Mario Berta Battiloro.

4 – LUIGI BEVILACQUA

La Tessitura Luigi Bevilacqua, guidata dalla famiglia Bevilacqua, esercita una delle tradizioni più antiche di Venezia, utilizzando teli originali del XVIII secolo a produzione meccanica. I velluti, i broccati, i damaschi e i satin che producono mostrano la stessa qualità di quelli di secoli fa, perché sono realizzati con le stesse tecniche e telai, con motivi provenienti da diversi secoli e angoli diversi del mondo.
Luigi Bevilacqua si è trasferito nell’attuale edificio del quartiere di Santa Croce, dove i vecchi telai hanno trovato una casa. La sede di Venezia ospita ora anche parte degli impianti di produzione – con 25 telai a mano ancora funzionanti – nonché il magazzino e lo showroom.
I Bevilacqua gestiscono da sé la propria azienda, la loro presenza costante e la solida conoscenza delle tecniche di tessitura garantiscono prodotti rinomati e di alta qualità. I loro sforzi per migliorare il prestigio del marchio portano a rafforzare le relazioni commerciali in tutte le parti del mondo, anche se i loro tessuti rimarranno prodotti di nicchia.

 

5 – LA BOTTEGA DEI MASCARERI

I fratelli Sergio e Massimo Boldrin gestiscono un negozio ai piedi del ponte di Rialto dal 1984 e fanno maschere da 35 anni. I due appassionati creatori possiedono anche un laboratorio a San Polo dove è possibile guardarli mentre creano le loro incredibili figure realizzate a mano seguendo una secolare tradizione secolare artigiana. L’argilla viene usata per creare la forma, viene quindi versato l’alabastro, per creare lo stampo, e infine viene riempito di cartapesta. La vernice, la foglia d’oro e la lacca iniettano la vita.
Le loro maschere conducono in un mondo popolato di protagonisti medievali: dai menestrelli ai giullari di corte e ovviamente ai personaggi della commedia dell’arte. La collezione è anche notevole per le decorazioni disegnate da Tiepolo, e originali pezzi lunari e solari sono evocativi del carnevale di Venezia.
Spesso esposte in mostre a livello mondiale, le loro maschere sono prodotte principalmente per il teatro ed il cinema (come in Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick) e possono essere acquistate.
Il negozio e l’atelier lasceranno i visitatori con la sensazione di essersi immersi nella più originale e genuina cultura veneziana.

                                Courtesy of La Bottega dei Mascareri.

6 – BOTTEGA ORAFA ABC

L’oreficeria ABC, gestita da Andrea D’Agostino a San Giacomo dell’Orio dal 1998, è caratterizzata dalla produzione esclusiva di gioielleria artigianale, frutto di una continua ricerca di materiali innovativi e di un design elegante e sofisticato. Questi gioielli si distinguono non solo per il gusto estetico, ma anche per l’armonia che creano tra la loro forma e la loro portabilità estremamente confortevole. L’oreficeria produce gioielli in mokume-gane, un’antica tecnica unica in Italia. Meravigliosi motivi nascono combinando i diversi metalli: argento, rame, oro giallo, bianco e rosso, le combinazioni possono essere quasi infinite. Il risultato ottenuto è l’unicità dei gioielli, mai identici, che li rende ancora più esclusivi. Ogni gioiello può essere personalizzato con la tecnica del mokume-gane, che lo impreziosisce e, grazie a un processo lungo e laborioso, garantisce un design unico. Andrea può essere visto al lavoro nel suo atelier giusto dietro il negozio…

 

 

7 – CANESTRELLI

Antiche tecniche per creare moderni oggetti d’arredo: è questo ciò che ispira Stefano Coluccio. Dopo aver conseguito il laurea in architettura nel 1996, decise di perseguire la tradizione artigianale di famiglia, iniziata dal nonno materno, l’incisore Emilio Canestrelli, e seguita da sua madre, Manuela. Oggi, nel suo negozio-laboratorio nel cuore di Venezia, vicino alla Galleria dell’Accademia, realizza specchi sofisticati ed eleganti.
La sua inesauribile fonte di ispirazione è la storia dell’arte. Soprattutto nei dipinti dei più celebri artisti fiamminghi, come Jan van Eyck e Quentin Matsys, o gli italiani come Parmigianino, Bellini e Caravaggio, questi specchi, conosciuti anche come sorcière, sono stati spesso raffigurati. Tutti gli specchi sono disegnati da Stefano Coluccio e realizzati nei suoi laboratori a Venezia. Utilizzando un processo artigianale, il designer italiano fa solo pezzi unici, che sono il risultato di una costante ricerca e sperimentazione con forme, idee e disegni.

Courtesy of Canestrelli.

Ilaria Marcatelli (* 1989, Italy), exhibition organizer, architect. M.A. in Project Cultures, Architecture at IUAV. Trained as architect at Joseto Cubilla&Asociados in Asuncion, Paraguay; Paulo Moreira in Porto, Portugal; Emergency Architecture&Human Rights in Copenaghen, Denmark. Collaboration in 2015 with the architectural event Open House Porto, Portugal. Since 2016, organizing exhibitions with the GAA Foundation.