XVIII secolo
cm 70 x 100
Felice Boselli (Piacenza 1650 –Parma 1732)
Natura morta con pesci, gamberi e funghi
Olio su tela, cm 70 x 100
Con cornice, cm 80 x 108
La composizione pittorica qui illustrata è attribuibile per caratteristiche stilistiche e formali al pittore emiliano Felice Boselli (Piacenza, 1650 – Parma, 1732). Formatosi nella bottega di Michelangelo Nuvolone, fratello minore dei più conosciuti Giuseppe e Carlo, il Boselli fu attivo soprattutto nella sua città natale e a Parma, dove fu pittore alla Corte dei conti Sanvitale di Fontanellato fino al 1710. Nonostante si sia cimentato anche in ritratti, affreschi e tempere di carattere religioso e mitologico, il genere di maggior successo del Boselli è indubbiamente quello della natura morta. In questo ambito i riferimenti più prossimi furono le opere conservate nella sua regione di origine che raffigurano scene di genere; i grandi maestri emiliani e bolognesi come Annibale Carracci e il Parmigianino, lo ispirarono soprattutto per quanto riguarda le figurazioni e le tematiche. Il lavoro presso la bottega di Michelangelo Nuvolone gli permise di entrare in contatto con Angelo Crivelli (1660-1730), pittore animalista di origine lombarda che influenzò decisamente lo stile del Boselli insieme ad altri esponenti della scuola cremonese, come Vincenzo Campi (1536-1591), e bergamasca, come Evaristo Baschenis (1617-1677) e Bartolomeo Bettera (1639-1699).
I quadri del Boselli ebbero un enorme successo tra la nobiltà emiliana tanto che si pensa che all’epoca fosse diventata quasi una moda appendere nelle sale da pranzo le sue famose nature morte raffiguranti principalmente selvaggina, di cui una buona parte sono ancora oggi conservate nelle ville delle province di Parma e Modena, oltre che nei musei cittadina di Parma, Cremona, Modena e Bologna. Come pittore di nature morte, il Boselli usa quasi sempre riprodurre selvaggina e verdure come abbiamo già accennato, ma anche pesci e crostacei e più raramente esseri umani; quest’ultimi sono contadini, mercanti, cuochi e pescivendoli che si calano alla perfezione nel contesto della natura morta, senza togliere centralità ai soggetti protagonisti, cogliendo, inoltre, alcuni tratti provenienti dagli artisti appartenenti alla scuola dei bamboccianti. In questo dipinto in particolare ritroviamo l’elemento animalista nei pesci e nei gamberi, pescati ma ancora vivi, disposti al centro della composizione; le differenti specie ittiche, fra cui emerge la grande figura di uno storione fra gli altri pesci, alcuni dei quali già sviscerati o tagliati, ricoprono il ruolo di protagoniste mentre i gamberi si trovano leggermente spostati sulla sinistra all’interno di una brocca in terracotta, temporanea “prigione” da cui cercano di fuggire maldestramente; completano il quadro alcuni funghi sparsi in primo piano fra i diversi pesci. I toni scuri del terreno e del cielo nuvoloso sono smorzati da una luce proveniente da sinistra che colpisce gli animali, facendone luccicare le scaglie dei pesci e riflettendosi lungo l’esoscheletro nero dei gamberi, la brocca e le superfici dei funghi. La pennellata, rapida e densa, evidenzia i dettagli e addolcisce i contorni delle figure, fondendo così gli elementi al resto della composizione, umbratile, coesa, vibratile e vivida. Alcuni dettagli si ritrovano nell’ampia produzione di nature morte del Boselli: la brocca coi gamberi ricorda quella della Fauna marina con brocca della collezione Molinari Pradelli di Bologna, il pesce in primo piano nell’ovale nella collezione Cobianchi a Piacenza o lo storione nella tela in collezione privata a Voghera. In ultimo segnaliamo la Natura morta con gatto, crostacei e pesci, passata nella collezione della nostra galleria, dove troviamo riscontri, oltre che nel soggetto, anche nel dettaglio del luccio posto in obliquo in primo piano, simile al pesce sdraiato a fianco dello storione sulla destra del dipinto.

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