XVII secolo
cm 163 x 115
Scuola rubensiana del XVII secolo
Ecce Agnus Dei
Olio su tela, cm 163 x 115
Con cornice, cm 186 x 138,5
I personaggi che appaiono rappresentati in questa tela di gusto rubensiano sono Santa Elisabetta, San Zaccaria e il figlioletto Giovanni Battista, ultimo profeta dell’antico testamento. La scena, dal marcato gradiente simbolico, rappresenta perfettamente il passaggio tra l’entico ed il nuovo testamento. Inoltre, le rovine romane sullo sfondo e la colonna spezzata costituiscono un rimando alla dominazione dell’Impero romano sulla Palestina che sta per volgere al termine in funzione dell’inizio di una nuova era, quella di Cristo. Zaccaria era un sacerdote ebreo della classe di Abìa, sposato con Elisabetta, anch’essa discendente di Aronne. Entrambi erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibilmente tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Tuttavia, la loro vita era segnata da una grande afflizione: non avevano figli, poiché Elisabetta era sterile ed entrambi erano ormai anziani. La sterilità in quel tempo era considerata una grande vergogna e un segno di disfavore divino. Un giorno, mentre Zaccaria svolgeva il suo servizio sacerdotale nel Tempio di Gerusalemme, gli toccò in sorte di entrare nel Santo per offrire l’incenso. Questa era un’occasione unica nella vita per un sacerdote. Mentre si trovava all’interno, gli apparve un angelo del Signore, Gabriele, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Zaccaria fu turbato e preso da timore alla vista dell’angelo. Ma Gabriele gli disse: “Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e lo chiamerai Giovanni.” L’angelo continuò, spiegando che Giovanni sarebbe stato grande davanti al Signore, pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre, e avrebbe ricondotto molti figli d’Israele al Signore loro Dio, precedendolo con lo spirito e la potenza di Elia per preparare un popolo al Signore. Nonostante la promessa divina, Zaccaria, forse sopraffatto dall’incredulità data la sua età avanzata e la sterilità della moglie, chiese all’angelo: “Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni”. A causa di questo suo dubbio, l’angelo Gabriele gli rispose: “Io sono Gabriele, che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annunzio. Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo.”
Quando Zaccaria uscì dal Tempio, il popolo che attendeva fuori si meravigliò per il suo indugiare. Non potendo parlare, Zaccaria faceva loro dei cenni e rimaneva muto, e capirono che nel Tempio aveva avuto una visione. Dopo aver compiuto i giorni del suo servizio nel Tempio, Zaccaria tornò a casa. Poco dopo, Elisabetta concepì e si tenne nascosta per cinque mesi, riconoscendo la grazia che il Signore le aveva concesso. Al settimo mese di gravidanza di Elisabetta, l’angelo Gabriele annunciò a Maria la nascita di Gesù. Quando Elisabetta diede alla luce un figlio, i vicini e i parenti si rallegrarono con lei. All’ottavo giorno, quando vennero per circoncidere il bambino e chiamarlo con il nome del padre, Zaccaria, Elisabetta si oppose, dicendo: “No, si chiamerà Giovanni.” Essi obiettarono, poiché nessuno nella loro famiglia aveva quel nome. Così fecero dei cenni a Zaccaria per sapere come volesse chiamare il bambino Zaccaria chiese una tavoletta e vi scrisse: “Il suo nome è Giovanni.” E in quello stesso istante, la sua bocca si aprì, la sua lingua si sciolse e tornò a parlare, lodando Dio. Tutti furono presi da timore e la notizia si diffuse in tutta la regione della Giudea, portando la gente a domandarsi: “Che sarà mai questo bambino?”. Questo episodio evidenzia la fedeltà di Dio alle sue promesse e la conseguenza del dubbio di Zaccaria, che attraverso il mutismo fu condotto a un silenzio contemplativo e all’attesa del compimento della parola divina. La sua storia serve da prologo alla venuta del Messia e del suo precursore, Giovanni il Battista.

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