XVII secolo
cm 120 x 75
Jan Jansz. Westerbaen I (L’Aia, 1600 – 1686)
Scena di ballo – la giarrettiera
Olio su tavola di quercia, cm 120 x 75
Monogrammato e datato in basso a destra: anno 1639 J.W. (o I.W.)
Provenienza: collezione Spirlet, Liegi prima del 1928 (come Antoine Palamedesz); collezione Jules e Jean Lalière, Namur; Bruxelles, Vanderkindere, 16 octobre 2018, n°143.
Jan Jansz. Westerbaen I (ca. 1600-1686) emerge dalla documentazione storica come una figura ben radicata nel tessuto sociale e artistico dell’Aia del XVII secolo. Non solo fu un prolifico pittore, ma anche un membro attivo e influente delle istituzioni che regolavano l’arte nella città, testimoniando un impegno che andava ben oltre la mera produzione artistica. Nato da Jan Jacobsz Westerbaen, un fabbricante di corde, Jan Jansz. Westerbaen I proveniva da una famiglia che annoverava già varie figure di spicco nel panorama culturale del suo tempo. Era il fratello minore di Jacob Westerbaen, un autore noto, e la sua famiglia si intrecciò ulteriormente con il mondo dell’arte attraverso il matrimonio della sorella Anneke con il pittore Salomon de Bray nel 1625. Questi legami familiari non solo suggeriscono un ambiente culturalmente stimolante, ma anche una rete di contatti che potrebbe aver favorito la sua carriera. Nel 1630, Jan si sposò all’Aia con la vedova Maria Bartelmeesdr Suijster, e da questa unione nacque Jan Jansz. Westerbaen II, che seguirà le orme paterne diventando anch’egli pittore. La formazione artistica di Westerbaen iniziò precocemente: nel 1619 è documentato come apprendista di Evert van der Maes. Cinque anni più tardi, nel 1624, entrò a pieno titolo nella Gilda di San Luca, l’organizzazione corporativa che regolava la professione dei pittori. La sua partecipazione alla vita della gilda fu tutt’altro che passiva; ricoprì infatti più volte il ruolo di sorvegliante (warden) nel comitato direttivo, con mandati negli anni 1642-1643, 1644-1645 e 1650-1651. Un momento cruciale nella sua carriera istituzionale fu la co-fondazione della Confrerie Pictura nel 1656. Questa confraternita fu creata in un periodo di tensioni e riforme all’interno delle gilde olandesi: aveva l’intento di elevare lo status degli artisti e di fornire loro maggiori tutele. Westerbaen continuò a ricoprire ruoli di sorveglianza anche all’interno della Confrerie Pictura, servendo nel 1659-60, 1660-61, 1663-64 e 1664-65. L’ultima menzione di Westerbaen nei documenti risale al 1674, in relazione a una causa che coinvolgeva Pieter van der Hulst, suggerendo una sua continua attività o influenza anche in età avanzata.
L’opera raffigura uno degli attimi più salienti di una festa danzante a cui partecipano i membri dell’aristocrazia e della potente classe mercantile fiamminga, riccamente abbigliati e dediti ai piaceri della vita. Al centro della composizione, una coppia in primo piano cattura l’attenzione dell’osservatore: un uomo inginocchiato, vestito con un abito verde e oro, che sembra annodare la giarrettiera di una donna seduta, anch’essa splendidamente vestita in un abito verde scuro con inserti bianchi e un ampio colletto. Sulla sinistra, un uomo con un cappello piumato e un sontuoso abito dorato e bianco si erge in piedi, con un’espressione di contegno o di attenzione verso l’evento, affiancato da una donna vestita di un elegante abito di broccato di seta rosso scuro con rifiniture bianche. Più a sinistra, si intravedono altri personaggi, tra cui uno che suona uno strumento musicale simile a un liuto o una viola da gamba. La maggior parte delle figure indossa ampi colletti bianchi, spesso ornati, e cappelli diversi, a seconda del genere e della posizione sociale. La scena, sia a livello iconografico sia sotto il frangente tecnico-esecutivo, riprende i dettami chiave delle opere dell’ideale maestro di Westerbaen, Antoine Palamedesz, detto Stevers (Leith, 1602 – Amsterdam, 1673), pittore noto per le sue scene di interno e per le sue feste galanti ricchissime di personaggi resi attraverso il lenticolarismo proprio dell’arte fiamminga. Dalle opere di Palamedesz vengono infatti ripresi quasi letteralmente, nel nostro dipinto, alcuni personaggi. Westerbaen è solitamente un pittore di ritratti a mezzobusto: tra i suoi dipinti più noti figurano due Ritratti femminili, uno attualmente al Rhode Island School of Design Museum e l’altro al Rijksmuseum di Amsterdam, e il Ritratto di Arnoldus Geesteranus (1593- 1658), tra i capolavori della Mauritshuis dell’Aia; è anche per questa ragione che il nostro dipinto costituisce un’assoluta rarità. Si tratta infatti di uno dei due unici dipinti corali eseguiti dal pittore fiammingo: l’altro, che con quello in questione condivide iconografia, impostazione e tecnica esecutiva, pubblicato come Scena di famiglia sull’RKD è attualmente parte di una collezione privata. L’attribuzione a Westerbaen risulta confermata anche al monogramma I.W. apposto nella sezione inferiore sinistra della tavola: osservando i ritratti dell’artista originario dell’Aia si può infatti notare come fosse solito utilizzare queste modalità per firmarsi.

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