1700
52 x 70 cm
XVIII secolo, cerchia di Pietro Antonio Rotari (Verona, 30 settembre 1707 – San Pietroburgo, 31 agosto 1762)
Ragazza con cestino di fiori
Olio su tela, 52 x 70 cm
Con cornice, cm 62 x 80
Pietro Antonio Rotari è stato un pittore italiano nato a Verona il 30 settembre 1707. Figlio di Sebastiano, medico e naturalista, fin da giovane mostrò una spiccata inclinazione per la pittura. La sua formazione artistica ebbe inizio a Verona, dove fu allievo di Antonio Balestra fino all’età di 18 anni. Tra il 1725 e il 1727 si trasferì a Venezia. Successivamente, tra il 1728 e il 1732, si recò a Roma, entrando nello studio di Francesco Trevisani. A Roma, nel 1730, andò anche a Grottaferrata per studiare le opere del Domenichino, consolidando il suo orientamento marcatamente classicista. Dal 1731 al 1734, lavorò con Francesco Solimena a Napoli. Tornato a Verona, aprì un proprio studio: in questo periodo, realizzò prevalentemente opere di carattere sacro, come il San Francesco Borgia che ottiene da papa Paolo III la conferma degli esercizi di s. Spirito per Bergamo nel 1740, e L’elemosina di s. Ludovico da Tolosa per i francescani della basilica di S. Antonio nel 1741. I Gesuiti furono tra i suoi più assidui estimatori, e nel 1743 spedì a Reggio Emilia il S. Giorgio tentato di sacrificare agli idoli per la chiesa omonima. Nel 1749 fu nominato conte. Nel 1750 si trasferì a Vienna, e nel 1756 fu invitato in Russia dalla corte della Zarina Elisabetta I. A San Pietroburgo, divenne pittore di corte e si dedicò anche a ritrarre villaggi e contadini russi. Fu molto richiesto come ritrattista, dipingendo le famiglie reali a Dresda e San Pietroburgo. Molte delle sue opere furono inizialmente conservate presso l’Accademia Russa d’Arte e il Palazzo di Peterhof di Caterina II. Rotari è particolarmente noto per le sue teste di carattere e per i suoi meravigliosi ritratti femminili, denominati come “passioni”, dalla marcata e languida espressività, dipinti ad olio e a pastello, che contribuirono in modo significativo alla sua fama. A testimonianza dello smisurato successo di Rotari in terra russa è necessario ricordare come Caterina II acquistò 340 suoi dipinti per esporli nel cosiddetto “gabinetto delle mode e delle grazie” della lussuosa reggia di Peterhof, progettata in parte da Bartolomeo Rastrelli nei pressi di San Pietroburgo. Rotari morì improvvisamente a San Pietroburgo il 31 agosto 1762 e ricevette solenni esequie.
Proprio alla produzione di ritratti femminili del veronese Rotari si ricollega il dipinto in questione. Una dama riccamente e sfarzosamente abbigliata rivolge spregiudicatamente lo sguardo allo spettatore, reggendo tra le mani un cestino di fiori di campo multicolore: l’opera è prossima alle passioni di Rotari, particolarmente apprezzate dalla zarina Caterina di Russia, sia per quanto riguarda l’ambito iconografico sia per quanto concerne i dettagli tecnico-esecutivi: il dipinto costituisce una preziosa testimonianza della grande fortuna visiva della produzione di Rotari in Italia e in Europa già a partire dalla metà del Settecento.

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