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Epoca

XVIII secolo

Misure

cm 66 x 53

Descrizione

Angelo Maria Rossi detto Il pittore di Carlo Torre o Lo pseudo-Fardella (documentato tra il 1665 e il 1701)

Natura morta con frutta e spugnole

Olio su tela, cm 66 x 53

Pubblicato in G. Cirillo, G. Godi, Le Nature Morte del «Pittore di Carlo Torre» (Pseudo Fardella) nella Lombardia del secondo Seicento, in Pittura e Arti Decorative, Parma, 1996, TAV 75

 

Questa elegante composizione di frutta è da inserire nell’interessante corpus di nature morte del pittore Angelo Maria Rossi, naturamortista attivo in Lombardia nella seconda metà del Seicento. A lungo fu noto con lo pseudonimo di Pseudo-Fardella e fu identificato per la prima volta nel 1996 come “Pittore di Carlo Torre”: questo nome risale ad una dedica al noto erudito autore del Ritratto di Milano scoperta su uno dei suoi quadri. La scoperta da parte di Giuseppe Cirillo di un monogramma (‘A.M.R.’) su un’altra tela ha permesso di identificare l’artista in Angelo Maria Rossi, documentato in Lombardia indicativamente attorno alla metà del XVII secolo (cfr. G. Cirillo, ‘Angelo Maria Rossi alias Pittore di Carlo Torre’, in ‘Parma per l’Arte, 2003, pp. 77-80). È evidente che l’alta qualità della sua arte abbia influenzato notevolmente la produzione naturamortistica coeva e successiva, in virtù delle raffinate ambientazioni crepuscolari, la luminosità che si accende accentuando le cromie dalle profonde tonalità, che paiono gareggiare con i noti esempi caravaggeschi. Fra il 1665 ed il 1701 quest’artista dipinse quadri che sono riportati in numerosi inventari di collezioni milanesi e torinesi. La calma e la delicata eleganza compositiva sembrano costituire i tratti distintivi della maniera del maestro: tali suggestioni appaiono infatti riscontrabili in tutte le opere ascritte allo stesso. Lo stile del nostro dipinto, pubblicato da G. Cirillo e G. Godi nel catalogo Le nature morte del ‘Pittore di Carlo Torre’ (Pseudo-Fardella) nella Lombardia del secondo Seicento (Parma 1996, tavola 75) trova molte affinità con un nutrito contingente di tele anch’esse presenti nel volume (tavole 5, 20, 21 e 35) e in Angelo Maria Rossi alias ‘Pittore di Carlo Torre’ (in Parma per l’Arte, vol. IX, Fascicolo 1-2, 2003, pp. 77-79), in cui si riscontrano simili soggetti, stesure e trattamento dei piani prospettici. Particolarmente vicine al dipinto in questione sono un’opera passata per un’asta Finarte ed attualmente in collezione milanese presentante un Cestello di albicocche e piatto con fragoline e una Natura morta di frutta della collezione Ferrari di Modena. La nostra tela, che si distingue per la perizia tecnico-esecutiva e la resa lenticolare delle varie tipologie di frutta, è caratterizzata per un marcato luminismo e per un chiaroscuro che riprende le prove di Caravaggio e dei membri della sua cerchia nell’ambito della natura morta. Anche l’estremo e scabro realismo nella resa dei singoli elementi che prendono parte alla composizione guarda a modelli caravaggeschi, con particolare riferimento alla cosiddetta fiscella della Pinacoteca Ambrosiana di Milano.

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