XVII secolo
cm 61 x 76,5
Antonio Rasio (Brescia, post 1677 – ante 1699)
Composizione con pane e salame, carne, frutta e un’upupa in un paesaggio
olio su tela cm 61×76,5
Cornice, cm 73, 5 x 89
Scheda Critica Prof. Alberto Crispo
Questa suggestiva tela è attribuita al maestro bresciano Antonio Rasio (attivo post 1677 – 1700 circa), e si presenta come un pregevole esempio della natura morta lombarda del tardo Barocco. Il dipinto si discosta dai più noti cicli arcimboldeschi di Rasio, come le celebri Quattro Stagioni conservate alla Pinacoteca Tosio Martinengo, per inserirsi nel filone della natura morta da dispensa, un genere popolare nell’area padana, che celebra l’abbondanza dei prodotti della terra e della caccia. L’opera orchestra una ricca varietà di oggetti su un palcoscenico naturale. Il punto focale, situato sulla destra, è il grande quarto di carne appeso a un tronco d’albero, trattato con un forte realismo materico nelle sfumature del rosso scuro e del bianco del grasso. A sinistra, su un ripiano roccioso, sono disposti con cura pane e un salame affettato, elementi che introducono un contrasto di consistenze e colori. In primo piano si trovano tre frutti rossi (mele o pesche) ancora attaccati al ramo, simbolo di vitalità e freschezza, in basso a destra è raffigurato un’upupa, ritratto con minuzia nelle piume e nella cresta.
Del pittore bresciano Antonio Rasio non si hanno notizie documentarie certe. I suoi unici lavori finora inseriti con sicurezza nel catalogo sono conservati presso la Pinacoteca Tosio Martinengo a Brescia. L’unico dipinto da lui firmato è la Natura morta con strumento musicale, rilievo e fiori, realizzata nel 1677. In questa elaborata composizione, Rasio raffigura un ripiano marmoreo con i fianchi istoriati (decorati con scene a rilievo), in particolare con il Sacrificio di Ifigenia in Aulide. Sul ripiano sono drappeggiati un tappeto e un cuscino; su questi poggiano una spinetta con un libretto di musica aperto e un piccolo cane da salotto. Sulla destra si notano un vaso di fiori, un globo con la sfera celeste davanti a un libro di astronomia e un piatto colmo di pesche e uva. Il ciclo di opere più celebre di Rasio è la serie de Le Quattro Stagioni, realizzate intorno al 1685-1695 e anch’esse conservate alla Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia. Questa serie evidenzia stretta relazione con le invenzioni di Giuseppe Arcimboldo, il celeberrimo pittore attivo nella seconda metà del XVI secolo alla corte austriaca e boema. Arcimboldo raggiunse il successo realizzando un particolare tipo di ritratti composti interamente dall’accostamento di vegetali o oggetti. Le raffigurazioni delle stagioni realizzate da Rasio si ispirano alle Metamorfosi di Ovidio, i cui temi furono poi riportati e codificati, ad esempio, nell’Iconologia di Cesare Ripa del 1593. Diversamente dai soggetti ritratti da Arcimboldo, che sono tutti a mezzo busto, le personificazioni di Primavera, Estate, Autunno e Inverno sono effigiate da Rasio a figura intera e collocate in un paesaggio lacustre. Non si può tuttavia trascurare il fatto che gran parte del repertorio del pittore sembri essere influenzato da artisti attivi a Roma, come Antonio Tibaldi e Carlo Manieri. Inoltre, le quattro stagioni già citate appaiono ispirarsi anche alle composizioni realizzate dagli Stanchi, pittori romani di nature morte. È dunque probabile che il pittore abbia conosciuto il mondo romano della natura morta, magari durante un viaggio di studio, rielaborandolo poi in patria.
L’inedito dipinto è un’acquisizione importante per ampliare il catalogo del pittore, poiché ne mostra la poliedricità al di là dell’elaborazione di nature morte con tappeti e degli esperimenti di ispirazione arcimboldesca.
Stile Rococò: Come si Distingue in Architettura, Arredamento e Pittura
Stile Rococò: Nascita e Sviluppo Il Rococò, come riflesso delle tendenze, dei gusti e del modo di vivere della Francia…
Stile Impero nell’Arredamento: Quando lo Sfarzo Incontra l’Eleganza
Lo stile Impero, con la sua magnifica fusione di maestosità e grazia, rimane un’icona dell’arredamento classico, esercitando un fascino senza…
Vita e opere di Giò Ponti, l’artista visionario
Giò Ponti è uno degli artisti che maggiormente ha dominato il dopoguerra italiano, facendosi portavoce di importanti innovazioni nel mondo…
