XVII secolo
cm 107 x 148
Fine XVII secolo, scuola veneta
Allegoria
Olio su tela, cm 107 x 148
Questo plastico gruppo di tre figure sembra offrire una rappresentazione dell’Allegoria della Carità, la principale tra le Virtù teologali. Sia il soggetto, sia la composizione con la giovane e florida figura femminile attorniata di fanciulli, uno dei quali con la testa in prossimità del seno di lei (come addormentatosi dopo la l’allattamento), fanno propendere per questa identificazione, anche se enigmatica è la figura del piccolo bambino girato di spalle. La soluzione iconografica corrisponde alla tipologia di Carità più diffusa nella pittura sei e settecentesca. Essa deriva dall’Iconologia di Cesare Ripa, che prescrive l’abito rosso per la donna e tre bimbi stretti a lei, di cui uno attaccato al seno.
Il dipinto è collegabile al mondo pittorico del territorio veneto di fine XVII secolo, legato soprattutto a quello stile pittorico detto “pittura teneborsa”. Costituitasi a Venezia per impulso del napoletano Luca Giordano e del genovese Giovanni Battista Langetti, la linea dei nominati tenebrosi era una sorta di reinterpretazione del caravaggismo con ancor maggiore forza drammatica. I Tenebrosi esalarono gli stacchi violenti tra luci ed ombre, acuendo il chiaroscuro formale attraverso il colorismo tipicamente veneto e la novella predilezione per le tematiche più oscure, aspre e selvagge. La cultura dei tenebrosi influenzò pittori come il Bellucci e Sebastiano Ricci ma anche Pietro Negri, Johann Carl Loth e molti altri. Si vedano in comparazione la Sfida di Apollo e Marsia (Pan) della Gemaldegalerie di Belrino, Venere e Marte del castello del Buonconsiglio a Trento e ancora la Flora e Sacra Famiglia della Bavarian State Painting Collections.del pittore di origine tedesca Johann Carl Loth, detto anche il Carlotto (Monaco di Baviera, 1632 – Venezia, 6 ottobre 1698), la cui attività pittorica si svolse principalmente a Venezia. In laguna Loth aprì una bottega che ebbe grande importanza per i numerosi artisti tedeschi che si formarono così nell’ambito del gusto dei tenebrosi veneziani. Altro rimandi possono essere ritrovati in dipinti come Nerone esamina il corpo di Agrippina, 1670-79, Dresda, Gemäldegalerie Alte Meister di Pietro Negri (1628 – 1679) o nell’ Allegroia dell’amore puro di Antonio Zanchi (1632- 1722), anch’essi pittori che fondono la tradizione della pittura veneta, fatta di colore al linguaggio dei tenebrosi fatto di luci ed ombre

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