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Epoca

Primo quarto del XVII secolo

Misure

Luce 96 x 73 cm (con cornice 106 x 83 cm)

Descrizione

GUGLIELMO CACCIA DETTO IL MONCALVO
(Montabone, 1568 – Moncalvo, 1625)

San Francesco d’Assisi confortato da un angelo

1615-1625 circa
Olio su tela, cm 96 x 73

Con uno sguardo intenso, da cui traspare un severo travaglio spirituale, San Francesco accoglie l’apparizione dell’angelo musicante giunto a confortare la sua solitaria meditazione. Nulla distrae l’attenzione dal muto colloquio tra la figura celeste e il santo di Assisi, eccettuata l’umile ciotola di coccio che si intravede sul tavolo che fa da sostegno alla mano sinistra del santo.

Alla concentrazione espressiva che pervade la raffigurazione corrispondono una gamma cromatica ridottissima e una conduzione pittorica essenziale, costruita con una materia diafana, quasi trasparente, che lascia affiorare dal fondo tracce del disegno di base e i toni caldi della preparazione, come a voler smaterializzare l’immagine.

Tenendo conto di tali caratteri esecutivi e delle tipologie dei due protagonisti del nostro dipinto appare immediato ricondurlo alla produzione di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo (1568-1625), nella quale è dato di ritrovare numerosi punti di confronto con il San Francesco qui in esame. La figura del santo di Assisi ricorre di frequente nell’attività del pittore piemontese già partire dalla Madonna con il Bambino e santi di Cioccaro di Penango (Asti) del 1602, una pala d’altare della prima maturità dell’artista in cui ritroviamo un San Francesco di profilo molto vicino a quello osservabile nella nostra tela (cfr. Guglielmo Caccia detto il Moncalvo. Dipinti e disegni, catalogo della mostra a cura di G. Romano, C. E. Spantigati, Torino, 1997, pp. 50- 51, n. 2). L’accentuazione espressiva e la rarefazione cromatica che connotano il nostro San Francesco inducono però a collocarlo nell’ultimo tratto della carriera dell’artista, vale a dire dopo il suo importante soggiorno in Lombardia, dove è lungamente attestato nel corso del secondo decennio del Seicento. Il percorso di Moncalvo, dopo un primo periodo di attività nel natio Monferrato e nelle aree limitrofe vede il pittore convocato alla corte dei Savoia a Torino, dove tra 1605 e 1608 è chiamato ad affiancare Federico Zuccari nei lavori di decorazione a fresco della Grande galleria voluta dal duca Carlo Emanuele I come spettacolare collegamento tra l’antico castello (attuale palazzo Madama) e il nuovo palazzo ducale. La partecipazione a questa grandiosa impresa – purtroppo andata perduta – garantisce a Moncalvo una posizione di primo piano nel panorama pittorico non solo del Piemonte ma anche della Lombardia, dove Moncalvo riceve numerose commissioni di prestigio, come quelle nelle chiese milanesi di Sant’Alessandro, Sant’Antonio abate, Sant’Angelo e San Vittore, nel Duomo di Monza, a Como (pala dell’altare maggiore di Sant’Orsola: cfr. Pittura a Como e nel Canton Ticino dal Mille al Settecento, a cura di M. Gregori, Milano, 1994, p. 174, n. 94) e in diverse chiese di Pavia (per un profilo del pittore: G. Romano, Caccia Gugliemo detto il Moncalvo, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, vol. 15, 1972, pp. 758-762; Guglielmo Caccia detto il Moncalvo. Dipinti e disegni, catalogo della mostra a cura di G. Romano, C. E. Spantigati, Torino, 1997). Il contatto con il clima figurativo lombardo, dominato dalla vis patetica dei pittori pestanti cari a Giovanni Testori – Cerano, Morazzone e Giulio Cesare Procaccini – determina una certa intensificazione espressiva dello stile sempre ben posato di Moncalvo, come dichiara in modo evidente il San Francesco qui presentato, da leggere tenendo presenti le drammatiche raffigurazioni prodotte dai protagonisti della pittura milanese del primo Seicento.

Tra le opere tarde di Moncalvo un puntuale confronto per la figura del San Francesco confortato dall’angelo è rintracciabile nella pala del 1623 raffigurante la Madonna con il Bambino e santi nella chiesa di San Siro di Lugano-Carabbia (cfr. Pittura a Como e nel Canton Ticino dal Mille al Settecento, a cura di M. Gregori, Milano, 1994, p. 201, n. 121), nella quale compare un San Francesco del tutto assimilabile a quello qui presentato.

Tutte le opere da noi vendute sono corredate di certificato di autenticità e scheda tecnica.
È possibile vedere direttamente le opere presso la galleria di Como, via Armando Diaz n.50

Le opere vengono consegnate personalmente o spedite in Italia ed all’estero con imballaggi professionali, in genere casse di legno su misura. Le spedizioni sono coperte da assicurazione da chiodo a chiodo.

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