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Epoca

XVII secolo

Misure

cm 37 x 40 Con cornice, cm 54 x 56,5

Descrizione

Jacopo Confortini (Firenze, 1602 – 1672)

Giudizio di Paride

Olio su tela, cm 37 x 40

Con cornice, cm 54 x 56,5

 

La tela in esame appartiene al corpus del pittore e religioso fiorentino Jacopo Confortini (Firenze, 1602 – 1672). Nato a Firenze nel 1602, proveniva da una famiglia di artisti: suo padre, Matteo di Benedetto da Pisa, e suo fratello, Piero, erano, infatti, entrambi pittori. La sua formazione artistica iniziò probabilmente nell’ambiente familiare, per poi proseguire nelle botteghe di maestri affermati come Giovanni Bilivert e Matteo Rosselli. L’incontro più significativo fu però quello con Giovanni da San Giovanni, un artista eclettico e di grande talento, che influenzò notevolmente il suo stile. Tra il 1621 e il 1624, Confortini partecipò alla decorazione del Casino Mediceo di San Marco, un’importante commissione che gli permise di farsi conoscere tra i grandi artisti e committenti dell’epoca. Nel 1628, a ventisei anni, fu ammesso all’Accademia del Disegno di Firenze, completando l’anno successivo una delle sue prime opere indipendenti, la Madonna del Rosario con i Santi Domenico e Francesco. Nel 1631, realizzò due affreschi per il refettorio del convento fiorentino di Santa Trinità, Le Nozze di Cana e Cristo in casa di Simone, opere considerate tutt’oggi tra i suoi capolavori. I documenti relativi a questa commissione lo menzionano come “Frate Confortini”, suggerendo che avesse preso gli ordini religiosi, il che spiegherebbe il suo ritiro dalla scena artistica e la produzione di opere prevalentemente a carattere religioso. Morì a Firenze nel 1672.

Sebbene Confortini prediliga la realizzazione di soggetti sacri, realizzò anche qualche opera a carattere mitologico, rendendo questi ultimi particolarmente rari e preziosi. La tela qui proposta, ad esempio, ci mostra Il giudizio di Paride, considerato nella mitologia greca una delle cause della guerra di Troia. Secondo la leggenda Zeus allestì un banchetto per la celebrazione del matrimonio di Peleo e Teti, futuri genitori di Achille. Eris, la dea della discordia, non venne invitata e, irritata per questo oltraggio, raggiunse il luogo del banchetto gettando una mela dorata indirizzata “alla più bella”. Le tre dee che la pretesero furono Era, Atena e Afrodite. Il padre degli Dei, non sapendo a chi consegnarla, stabilì che a decidere fosse Paride, principe di Troia, il più bello fra i mortali. Atena lo avrebbe reso sapiente e imbattibile in guerra, Era l’avrebbe reso ricco e potente, mentre Afrodite, futura vincitrice, gli avrebbe concesso l’amore della donna più bella del mondo, aiutandolo a compiere il rapimento di Elena, moglie di Menelao, Re di Sparta, casus belli della guerra di Troia. Le figure di Confortini sono caratterizzate da una ricercatezza nelle pose e da una certa morbidezza nei volumi, elementi accompagnati da un uso dei colori vivace e da giochi di luce che assolvono un ruolo fondamentale, creando forti contrasti che danno rilievo alla pittura. Il suo stile è caratterizzato da una ricercatezza compositiva ed una grande attenzione alla resa cromatica e platica dei panneggi, oltre che una grande attenzione alle espressività dei personaggi e all’ambientazione circostante. Le sue opere mostrano una notevole abilità nell’uso della luce ed una certa vivacità dei dettagli. La sua maestria tecnica si esprime al meglio nei disegni, molti dei quali si conservano tutt’oggi in importanti collezioni: il corpus grafico di Confortini, infatti, ricco di schizzi e studi, rivela un tratto rapido e scattante, unito ad un acume narrativo che spesso include spunti ironici. Questa parte della sua produzione è stata oggetto di studi recenti, che hanno contribuito a ridefinire il suo ruolo nel panorama artistico del Seicento fiorentino. Il suo lavoro rimane un esempio significativo della pittura toscana del XVII secolo, un ponte tra la tradizione manierista e le nuove istanze del Barocco.

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