0,00

Costo di spedizione da concordare con il venditore
Ars Antiqua Srl
Via C.Pisacane, 55
Milano (IT)
Contatta direttamente il venditore

Venditore associato

Contatta direttamente il venditore
Epoca

1700

Misure

51 x 69

Descrizione

Adrien Manglard (Lione, 1695 – Roma, 1760)

La vocazione dei Santi Pietro e Andrea – Cristo e i discepoli sul Lago di Tiberiade

(2) Olio su tela, cm 51 x 69

Con cornice, cm 74 x 92

Scheda critica Prof. Alberto Crispo

Le due tele in esame, raffiguranti rispettivamente La Vocazione dei Santi Pietro e Andrea e Cristo con i discepoli sul Lago di Tiberiade, sono riconducibili alla mano del pittore, incisore e disegnatore francese Adrien Manglard (Lione, 1695 – Roma, 1760). Figlio primogenito di Edmond Manglard e Catherine Rose du Perrier, nacque nel 1695 a Lione, città artisticamente fervida che nel Seicento costituiva una tappa obbligatoria per i paesaggisti nordici olandesi, fiamminghi e francesi che si recavano in Italia per arricchire il loro repertorio. Manglard, dopo una prima formazione nella città natale dove ebbe modo di vedere e studiare i dipinti del maestro olandese Adriaen Van der Cabel (erroneamente considerato suo insegnante diretto), si recò ad Avignone e a Marsiglia presso il pittore certosino Joseph Gabriel Imbert, la cui scuola era fortemente improntata sulla rilettura dei grandi classici del XVII secolo, come Guido Reni, e dove ebbe modo di apprendere la pittura di figura. Sebbene non si sappia con certezza la data del suo arrivo nella capitale romana (città dove trascorse la maggior parte della sua vita fino alla morte avvenuta nel 1760) per un viaggio studio presso la bottega del pittore Bernardino Fergioni, è certo che intorno al 1722 Manglard godesse già di una certa fama presso la committenza locale, come dimostra un Paesaggio Marino datato 1722 un tempo conservato alla Galleria Gabburri di Firenze, oggi andato perduto. Manglard iniziò a godere del patrocinio di importanti committenti almeno dalla metà degli anni Venti del Settecento: in questo periodo iniziò, infatti, a lavorare per Vittorio Amedeo II, re di Sardegna e la Corte Sabauda, alla quale inviò due dipinti da Roma nel 1726. Il suo talento come pittore di marine era tale che tra i suoi clienti prestigiosi figuravano il duca di Parma Filippo, che gli commissionò oltre 140 dipinti per decorare i suoi palazzi, ma anche importanti famiglie romane come i Colonna, gli Orsini, i Rondani, i Rospigliosi ed i Chigi, per i quali affrescò due stanze al piano nobile di Palazzo Chigi, oggi residenza ufficiale del Presidente del Consiglio dei Ministri. Manglard entrò anche in contatto con artisti della cerchia dello scultore Pierre Le Gros il Giovane, come Sebastiano Conca e Caspar van Wittel, che gli commissionò due dipinti prima del 1719. In Italia acquisì un ruolo di rilievo nell’ambito collezionistico, non solo come pittore di marine, di vedute e di dipinti di soggetto sacro, ma anche come collezionista stesso, entrando a far parte nel 1734 dell’Académie Royale de Peinture et de Sculpture di Parigi e successivamente dell’Accademia di San Luca. Parallelamente all’attività di paesaggista si esercitò anche come pittore figurista e di scene sacre, proprio in funzione del suo inserimento nell’ambito dell’ambiente accademico romano, a cui un pittore paesaggista avrebbe difficilmente avuto accesso. Ne sono un esempio i due dipinti qui presentati, tratti dal Vangelo di Matteo (Mt 4, 18-20 e Mt 8, 23-27). Nel primo, Manglard raffigura la Vocazione dei Santi Pietro ed Andrea sulle rive del placido Lago di Galilea, dove irrompe improvvisamente la figura di Cristo che con una chiamata diretta e potente li invita a seguirlo affermando “Venite dietro a me, e vi farò pescatori di uomini”. Nel secondo, invece, Gesù, stanco dopo una giornata intensa di predicazione e miracoli, decide di attraversare il lago di Tiberiade con i suoi discepoli, quando vengono sopraffatti da una tempesta improvvisa; spaventati per la loro vita, la loro fede vacilla, ma la reazione di Gesù è calma e autorevole: si alza e, con un gesto ed una parola, placa la tempesta consentendogli di arrivare a riva. Altri esempi di pittura a soggetto sacro si possono ritrovare all’Accademia di San Luca, con un’altra versione della Vocazione dei due Santi, o ancora in collezioni private spagnole per ciò che concerne Sant’Antonio predica ai pesci e La visione di Sant’Agostino. La pittura di Manglard non si limita ad una mera riproduzione topografica, ma si carica di un’atmosfera evocativa e dinamica, frutto di una sapiente orchestrazione di elementi stilistici e tecnici. Una delle caratteristiche più salienti delle sue opere è la sua grande abilità nel rendere la forza e la mutevolezza degli elementi naturali. I suoi cieli sono spesso animati da nubi gonfie ed in movimento, illuminate da una luce cangiante che crea drammatici contrasti di chiaroscuro. Il vento, spesso protagonista delle sue tele, si manifesta attraverso l’inclinazione degli alberi, il gonfiarsi delle vele e l’incresparsi delle acque, conferendo alle scene un senso di vitalità e dinamismo. Questa attenzione al movimento e agli effetti atmosferici lo avvicina, per certi aspetti, alla sensibilità dei pittori olandesi del Seicento, pur declinata secondo il gusto e le esigenze del suo tempo. L’allievo più noto di Manglard fu probabilmente Claude-Joseph Vernet, originario di Avignone che, al suo arrivo a Roma, fu accolto dal maestro nel suo studio ed iniziato alla pittura di paesaggi marini.

Approfondimenti

0,00

Costo di spedizione da concordare con il venditore
Ars Antiqua Srl
Via C.Pisacane, 55
Milano (IT)
Contatta direttamente il venditore

Venditore associato

persone

hanno visualizzato questo articolo negli ultimi 30 minuti.