18.000,00

Costo di spedizione da concordare con il venditore
Callea Antichità
Via Diaz 50
Como (IT)
Contatta direttamente il venditore
Contatta direttamente il venditore
Epoca

Primo quarto del XVII secolo

Misure

cm. 115 x 170

Descrizione

Artista attivo in ambito lombardo nel primo quarto del XVII secolo
Natura morta con frutti, verdure e vaso con fiori su un ripiano in pietra
Olio su tela cm. 115 x 170

Scheda tecnica del Dr. Gianluca Bocchi
La grande Natura morta con frutti, verdure e vaso con fiori su un ripiano in pietra qui presentata è un’opera inedita da ascrivere alla corrente del naturalismo lombardo del primo quarto del XVII secolo, con particolare riferimento all’area compresa fra Cremona e Milano.

Si tratta dell’ambito geografico dove Vincenzo Campi aveva concepito sul finire del Cinquecento le sue ben note scenografie con i venditori e le venditrici di frutti, pollame, pesci e altro. Questi quadri basati sui mestieri e sulla narrazione popolare di gusto fiammingo furono ben presto soppiantati da altri concepiti senza l’intervento di figure umane, più specificamente aderenti alla natura in posa.

Mentre a Milano, all’inizio del XVII secolo, comparvero e riscossero notevole successo piccole ed eleganti composizioni di frutti presentate su alzatine metalliche e all’interno di crespine di ceramica affidate agli abili pennelli prima di Fede Galizia e poi di Panfilo Nuvolone, nel resto della pianura padana e principalmente in ambito cremonese, pittori meno noti continuarono a disporre frutti, verdure e fiori alla maniera di Vincenzo Campi, a singoli gruppi omogenei o miscelati fra loro su ripiani di pietra e su tavoli di legno. Abbiamo numerosi esempi di questi piccoli dipinti con gli elementi raffigurati in verticale, con una presa visuale dall’alto verso il basso secondo una prospettiva poco rigorosa.

In anni passati la letteratura ha sempre inquadrato tali piccole composizioni dall’aspetto quasi metafisico nell’ambito della scuola di Vincenzo Campi, arrivando in taluni casi ad accreditarli addirittura allo stesso Vincenzo. Si è trattato di approssimazioni indotte dalla carenza di informazioni sull’esistenza di altri personaggi poco o per nulla conosciuti e sul genere di raffigurazioni alle quali si applicarono.

Per rimanere in ambito cremonese, un artista da indagare più approfonditamente sarebbe certamente Pietro Martire Alberti, del quale abbiamo notizie certe sino all’anno 1631. Di questo pittore conosciamo due dipinti conservati al Museo Civico Ala Ponzone molto diversi fra loro, uno firmato raffigurante Mazzo di rape, cardo, radici e aglio, l’altro Rinfrescatoio di rame con bottiglia di vino, grappolo d’uva e biscotti (G. Bocchi-U. Bocchi, Naturaliter. Nuovi contributi alla natura morta in Italia settentrionale e Toscana tra XVII e XVIII secolo, Calenzano 1998, pp. 56-57, figg. 43-44). La ricostruzione della sua produzione artistica è stata affrontata negli ultimi anni con il recupero di altri dipinti ma non è ancora stata ufficializzata in una pubblicazione.

L’illustrazione di questi dipinti spiega bene l’attitudine dei loro autori a lavorare in piccolo e giustifica una realizzazione di scenografie più grandi, sul modello di quella qui presentata, mediante l’accostamento di gruppi omogenei di frutti e di verdure, quasi sempre senza sovrapposizioni visive, segno di un arcaismo compositivo tipico della scuola lombarda di inizio secolo. Sono ambientazioni di fantasia dominate da un preciso rigore illustrativo, alle quali i fondali neutri donano, come già detto, un’aura quasi metafisica, aliena da intenti decorativi.

Approfondimenti

18.000,00

Costo di spedizione da concordare con il venditore
Callea Antichità
Via Diaz 50
Como (IT)
Contatta direttamente il venditore
persone

hanno visualizzato questo articolo negli ultimi 30 minuti.