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Epoca

1700

Misure

36 x 56

Descrizione

Apollonio Domenichini noto come Il Maestro della Fondazione Langmatt (Venezia, 1715 – 1757)

Piazza San Pietro con il porticato del Bernini

Olio su tela, cm 36 x 56

Scheda critica Prof. Alberto Crispo

Apollonio Domenichini, nato a Venezia intorno al 1715 e attivo fino alla seconda metà degli anni Cinquanta del Settecento, è una figura affascinante e misconosciuta per quanto concerne lo sfaccettato panorama dei vedutisti veneziani della prima metà del Settecento. La sua biografia è stata in parte ricostruita e identificata grazie a studi recenti che lo hanno collegato al misterioso Maestro della Fondazione Langmatt, un artista precedentemente anonimo il cui soprannome derivava da un nucleo di tredici vedute veneziane custodite presso la Fondazione Langmatt, una prestigiosa istituzione culturale svizzera. La formazione artistica del Domenichini, rispetto a cui possediamo un limitato contingente di informazioni, ebbe luogo nella vivace Venezia del XVIII secolo, e si ritiene che sia stato allievo di importanti maestri come Luca Carlevarijs e Johan Richter, figure che influenzarono profondamente lo sviluppo della pittura di veduta in terra veneta. Da loro, ereditò probabilmente l’accuratezza nella rappresentazione architettonica e la capacità di catturare l’atmosfera luminosa e cangiante della città lagunare. Domenichini si distinse per le sue vedute di Venezia, ma non si limitò a esse, spaziando anche a realistiche vedute di Roma e a capricci, scene di fantasia che combinavano elementi reali e immaginari. Le sue opere sono apprezzate per la precisione dei dettagli, la vivacità dei cieli e la capacità di rendere l’illusione spaziale, talvolta impiegando una sorta di distorsione prospettica che ricorda un “grandangolo”. La sua attività si colloca principalmente tra gli anni Quaranta e la fine degli anni Cinquanta del Settecento: la sua iscrizione alla Fraglia dei pittori veneziani costituisce una lampante conferma della sua posizione riconosciuta all’interno della scena artistica veneziana. Gli studi recenti relativi alla sua complessa figura hanno permesso di delineare la sua identità e di riconoscerlo come un significativo esponente del vedutismo veneziano, accanto anomi come Michele Marieschi e Francesco Albotto.

Il dipinto qui illustrato, un raffinato olio su tela, raffigura, da una prospettiva rialzata, piazza San Pietro e i palazzi vaticani. All’interno e all’esterno del porticato berniniano notiamo piccole figure di viandanti, gruppetti di persone intente a conversare e alcune carrozze, mentre le architetture, complice la giornata di sole appena velata da qualche nube, vedono alternarsi parti in piena luce e altre in penombra. La questione attributiva per la tela qui discussa è strettamente collegata a quella riguardante un altro esemplare assai vicino a questo, ma di maggior formato (cm 71,6×110,4), comparso presso Sotheby’s a Parigi il 15 giugno 2021, lotto 58. Quest’ultimo veniva riferito – dai catalogatori di Sotheby’s – a Pietro Bellotti (Venezia 1725-Francia 1800 ca.). È del tutto probabile che le due opere messe a confronto siano state realizzate della stessa mano e che la nostra sia una versione ridotta o piuttosto un vero e proprio bozzetto per la tela quattro volte più grande. Probabilmente l’artefice non aveva visto di persona la basilica e la piazza annessa, dato che non sembra avere un’idea esatta dei corretti rapporti proporzionali tra architetture (sottodimensionate) e figure (sovradimensionate). È del tutto verosimile che, nel tratteggiare la veduta, si sia servito di un’incisione, sul genere di quella realizzata nel 1665 da Giovanni Battista Falda, dove però i rapporti proporzionali sono decisamente più realistici. Tornando al problema attributivo, ritengo che l’autore delle due tele si possa riconoscere nel cosiddetto Maestro della Fondazione Langmatt, di recente identificato con Apollonio Facchinetti detto il Domenichini. Non si tratta certamente dell’unico caso in cui l’artista si approccia a scorci romani: ciò accade, per esempio, per quanto riguarda il dipinto con il Palazzo del Quirinale passato da Bonhams a Londra il 7 luglio 2021, lotto 57, o quello raffigurante la Salita al Campidoglio offerto da Christie’s South Kensington il 31 ottobre 2013, lotto 164. Si vedano anche la tela con il Pantheon conservata al museo di Budapest e la Veduta di Piazza del Popolo transitata da Dorotheum a Vienna il 24 aprile 2014, lotto 140. In tutte queste prove ritroviamo lo stesso modo di delineare i cieli, gli edifici e le piccole figure di contorno, uno stile molto calligrafico, quasi da cartolina ricordo.

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