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Epoca

XVIII secolo

Misure

50 x 66

Descrizione

Artista napoletano del principio del XVIII secolo

Rebecca al pozzo

Olio su tela, cm 50 x 66

Con cornice, cm 64 x 83

 

Giunta la morte della consorte Sara, Abramo decide di cercare moglie al figlio Isacco. Pertanto, manda il suo servo Eliezer, dotato di preziosi tesori, in Mesopotamia, la loro terra di origine, in cerca di una giovane da dargli in sposa che avesse le loro stesse radici. Durante una sosta al pozzo della città di Arran, Eliezer incontra una giovane di nome Rebecca, dall’incredibile bellezza e bontà d’animo, che non esita ad offrirgli acqua dalla sua anfora. Il servo di Abramo capisce che quella è la fanciulla mandata dal Signore e offre a lei dei gioielli come pegno del matrimonio con Isacco.

Nel nostro dipinto, entro cui si rappresenta il momento dell’incontro tra il fedele servo di Abramo e la bellissima Rebecca, si denotano molte delle caratteristiche chiave della pittura napoletana a cavallo tra il Seicento ed il Settecento. Chiari sono infatti i rimandi alla prolifica produzione di Francesco Solimena, artista che, in Campania, di quella stagione fu l’assoluto protagonista. Nato a Canale di Serino nel 1657, Francesco Solimena fu una delle figure più dominanti della pittura napoletana tra la fine del XVII e la prima metà del XVIII secolo. Formatosi inizialmente con il padre Angelo e poi con Francesco di Maria, seppe sintetizzare le predominanti influenze del barocco romano con la tradizione locale, creando uno stile grandioso e teatrale che gli valse un’enorme fama e numerosi incarichi, istituzionali e privati, in tutta Europa. Le sue opere, caratterizzate da composizioni dinamiche, colori vibranti e una profonda e sentita emotività, spaziavano dai grandi cicli affrescati per chiese e palazzi, come quelli nel Duomo di Pozzuoli o nella Certosa di San Martino a Napoli, a pale d’altare e ritratti di carattere più intimo e privato. Ammirato da principi e collezionisti, Solimena fu non solo un prolifico artista ma anche un influente maestro, la cui bottega attrasse numerosi allievi e diffuse il suo linguaggio artistico ben oltre i confini del Regno di Napoli. Morì a Napoli nel 1747, lasciando una potentissima eredità artistica che influenzò generazioni di pittori. Il dipinto presenta varie caratteristiche di derivazione solimenesca, tra cui spiccano il senso di grandiosità e teatralità, il vasto contingente di figure che occupa la scena, il dinamismo composito dei personaggi – disposti in modo da creare una continua sensazione di movimento – e il colorismo marcato; potrebbe essere stato quindi prodotto nell’ambito della sua vastissima bottega o comunque facilmente riconnesso ad un artista che assorbì i suoi spunti e i suoi tratti di innovazione.

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