XVII secolo
cm 27 x 22
Scuola Veneta del XVII secolo
San Sebastiano
Olio su rame, cm 27 x 22
Con cornice, cm 37 x 32,5
L’olio su rame qui descritto appartiene alla produzione veneta del Seicento e si ispira allo stile di Jacopo Robusti detto Il Tintoretto (Venezia, 1518 – Venezia, 1594), massimo esponente della pittura veneta nella seconda metà del Cinquecento che seppe perpetrare la gloriosa tradizione della pittura tonale nelle proprie opere e che influenzò, attraverso una tecnica iconica, lo stile di altri grandi artisti del secolo successivo, come El Greco e Caravaggio. Pur avendo avuto pochissimi allievi, fra cui vanno citati i figli Domenico e Marietta, Tintoretto ebbe un impatto enorme sull’evoluzione dell’arte veneta, influenzando moltissimi artisti che scelsero di adottare le sue soluzioni pittoriche: le prospettive vertiginose, le ambientazioni oscure, gli effetti luministici contrastivi del chiaroscuro e la stesura del colore energica e vibratile. L’elaborazione di uno stile così peculiare passa tramite la bottega di Tiziano, ipotesi mai definitivamente smentita dalla critica moderna che ha però preso in considerazione altri possibili maestri come Paris Bordone, Bonifacio de’ Pitati e Andrea Schiavone; la formazione prettamente veneziana, dovuta anche ai pochi viaggi svolti dal pittore durante la propria vita, eccettuando un breve soggiorno a Mantova, non impedì al Robusti di conoscere le esperienze manieristiche del centro Italia, giunte sino in Veneto grazie alla circolazione di disegni e stampe. Sommando il colorismo tizianesco ad uno studio attento del disegno, derivato in particolare dalle opere di Michelangelo, Tintoretto riuscì a rinnovare gli stilemi tradizionalmente veneziani sotto una forma nuova, conscia delle novità dalle scuole emiliana e tosco-romana. L’esercizio sui modelli dal vero, sul disegno, sugli scorci prospettici e sull’elemento scenico e teatrale sarà fondamentale per la maturazione tecnica dell’artista che giungerà ad ottenere commissioni di enorme rilevanza: dai ritratti per i personaggi di spicco della città alle tele per le sale di Palazzo Ducale e, soprattutto, i magnifici dipinti realizzati per confraternite e enti religiosi, fra cui spiccano quelli per la Scuola Grande di San Rocco. Proprio in questa sede possiamo ritrovare il prototipo del nostro San Sebastiano, collocato nella Sala Capitolare della scuola sulla parete corta di fronte all’altare e affiancato da una tela di uguale formato raffigurante San Rocco, invocato insieme a Sebastiano come protettore dalla peste; la posa del santo è ripresa perfettamente: le braccia legate dietro la schiena, il gomito sinistro alzato al di sopra del capo, la torsione del busto, le gambe divaricate e perfino la disposizione di alcune frecce che trafiggono la testa, il torace e l’albero a cui è legato. Questo celebre modello fu ripreso pochi decenni dopo dall’incisore bolognese Odoardo Fialetti, allievo del Tintoretto che proseguì la tradizione tardo veneziana del maestro e contribuì alla diffusione dei suoi soggetti tramite incisioni e stampe; successivamente altri artisti imitarono il San Sebastiano di San Rocco, come fecero il tedesco Hans Friedrich Schorer e l’olandese Gerard ter Borch nei primi decenni del Seicento, testimoniando la fortuna anche internazionale del modello. Se si escludono le differenze del volto, dai lineamenti più dolci, e dello sfondo paesaggistico aperto sulla campagna invece che inquadrato in un interno spoglio, questo rame segue con estrema fedeltà l’originale del maestro, infondendovi i contrasti luminosi, la volumetria massiccia e al contempo fluida del corpo, la fusione delle linee di contorno tramite i toni, la dinamicità e l’energica pennellata che ritroviamo nelle sue opere, comprese le altre, oltre al San Sebastiano, che si conservano all’interno della Scuola e nella stessa Sala Capitolare, fra cui la Piscina probatica e l’Adorazione dei pastori, poste all’inizio dei due lati lunghi della sala e perciò ai fianchi dei due santi, posti sul lato corto opposto a quello del presbiterio, che ha invece al centro la pala realizzata insieme al figlio Domenico, raffigurante l’Apparizione di San Rocco.

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