XVII secolo
cm 81 x 121 Con cornice, cm 102 x 144
Seguace di Salvator Rosa (Napoli, 1615 – Roma 1673)
Veduta con baia
Olio su tela, cm 81 x 121
Con cornice, cm 102 x 144
La presente veduta costiera, dal taglio prospettico virtuosamente affettato, evoca gli esempi del paesaggismo italianizzante sviluppatosi a Roma nel corso del Seicento e diffuso in particolar modo da Salvator Rosa (1615-1673). La veduta riprende un dipinto dell’artista napoletano, oggi conservato nelle Gallerie Estensi di Modena: La Veduta di una baia, parte di una serie di tre tele eseguite da Salvator Rosa a Roma tra il 1639 e il 1640 su commissione del duca Francesco I d’Este, poi collocate nel Palazzo Ducale di Sassuolo e quindi trasferite nel 1786 nel Palazzo Ducale di Modena. In un’insenatura chiusa sulla destra da un edificio diroccato sulla cui porta è riconoscibile lo stemma estense e limitata a sinistra da un picco roccioso, alcuni uomini sono indaffarati nella riparazione di vascelli; una suggestiva luce avvolge le figure e il paesaggio, splendido nella veduta della costa lungo la quale sono ormeggiate le imbarcazioni.
Allievo in terra natia del Fracanzano e di Aniello Falcone, battaglista, Rosa si trasferì a Roma nel 1635 grazie alla protezione del cardinal Brancacci, dove conobbe i bamboccianti e l’opera di Peter van Laer e Cerquozzi che avevano un atteggiamento innovativo nei confronti della natura in opposizione al pesante ed accademico Barocco romano. Gli anni della realizzazione della Veduta con Baia (1639-1640) vedono un mutamento in senso classicista del suo stile, per influsso di Claude Lorrain, Nicolas Poussin e Pietro Testa, evidente nella concezione del paesaggio, pur mantenendo la sensibilità propria dell’artista per la resa degli aspetti pittoreschi della natura. Ben presto rinnegherà quel linguaggio pittorico della Scuola dei Bamboccianti, per entrare nella bottega del pittore Jusepe de Ribera, detto lo Spagnoletto fedele continuatore del luminismo caravaggesco, creatore di una pittura drammatica e tenebrosa, ricca di vistosi effetti di chiaroscuro.
La presente veduta organizza una composizione attentamente studiata grazie al controllo della luce e degli effetti di sfumato nella foschia del cielo, alla descrizione del porto con la perfetta rappresentazione dei vascelli e all’incombenza della natura, con i grandi alberi a destra. Di particolare qualità è il taglio con cui è concepita l’immagine e le tonalità cromatiche con cui sono tratteggiate le linee di costa e le imbarcazioni, minuziosamente descritte. La costruzione scenica è ben concepita dal punto di vista prospettico e ponderate sono le figure in primo piano che si misurano nel paesaggio con notevole armonia.
Le opere di Rosa rendono magistralmente la tensione tra il creato e l’elemento umano, del quale viene evidenziata la piccolezza materiale e l’impotenza nei confronti della natura, elementi che emergono anche nella tela analizzata, dove la figura umana diventa minuta di fronte alla maestosità del suggestivo paesaggio.

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