XVI secolo
cm 56,5 x 43
Suola emiliana, XVI secolo
Annunciazione
Olio su tavola, cm 56,5 x 43
Con cornice, cm 72 x 56
La tavola in esame raffigurante l’episodio sacro dell’Annunciazione, ascrivibile all’ambito emiliano del XVI secolo, mostra chiaramente l’influenza del Manierismo, un movimento che nell’area, grazie a maestri come il Correggio ed il Parmigianino, raggiunse vette di sofisticata eleganza. L’opera si discosta dall’equilibrio classico tipicamente rinascimentale per una ricerca di artificio e complessità emotiva. Le figure della Vergine Maria e dell’Arcangelo Gabriele sono collocate in un ambiente interno, probabilmente la stanza di Maria, ma con una tensione spaziale tipicamente manierista. La prospettiva non è rigidamente centrale o naturale, ma serve a comporre una scena ricca di dettagli e carica di spiritualità. La scena è costruita su una diagonale che va dall’alto a destra (Dio Padre tra le nubi) fino alla Vergine in basso a sinistra, bilanciata dalla figura imponente e slanciata dell’Arcangelo Gabriele a destra: questa disposizione crea un senso di movimento e drammaticità, con l’Angelo che sembra appena “atterrato” e la Vergine che reagisce con un gesto di turbamento e accettazione. L’Arcangelo mostra una posa leggermente torsionata ed allungata, caratteristica tipica del Manierismo volta a conferire grazia e sofisticazione non naturalistica. I suoi drappeggi cangianti – con pieghe abbondanti e quasi “gonfiate” – in tonalità arancio-dorate, contribuiscono a questa estetica di eleganza artificiosa e virtuosismo tecnico.
L’illuminazione non è naturalistica ma serve ad esaltare il dramma ed i volumi, con un contrasto marcato che si concentra sulle figure principali e sull’apparizione divina. I colori sono ricchi ma gestiti con vaghezze e contrasti inusuali rispetto al classicismo, come si nota nelle vesti blu-verdi e ocra della Vergine. I simboli vengono qui posizionati centralmente dall’artista: in alto, l’apparizione di Dio Padre tra le nubi con la mano benedicente e la Colomba dello Spirito Santo che discende con un fascio di luce, rappresentano la Trinità e l’Incarnazione. La Vergine sembrerebbe essere stata colta durante la lettura delle Sacre Scritture, come si nota dal libro aperto sul leggio, richiamando il suo ruolo di “Sede della Sapienza”. La presenza di un vaso con dei fiori bianchi, probabilmente gigli, simbolo di purezza, in primo piano, e l’ambiente domestico con il letto a baldacchino e la finestra, ancorano l’evento mistico in una realtà quotidiana ma idealizzata, tipica dell’iconografia dell’Annunciazione.
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