XIX secolo
cm 66 x 55
XIX secolo
L’ingresso trionfale di Alboino e Cangrande della Scala a Vicenza
Olio su tela, cm 66 x 55
Con cornice, cm 81 x 69,5
Firmato e datato in basso a sx: GR… Do… 1858
Questo dipinto ottocentesco raffigura l’ingresso trionfale dei fratelli Alboino e Cangrande della Scala, mettendo in scena un momento solenne e coreografico, costruito con l’immaginazione storicistica tipica del XIX secolo.
La scena si svolge davanti a un’architettura maestosa, ispirata all’arte medievale e rinascimentale italiana: arcate monumentali, colonne slanciate, logge e decorazioni policrome che richiamano l’architettura della Loggia del Consiglio di Verona. Sono raffigurati i due fratelli della famiglia Della Scala: Alboino, il primogenito, in sella al cavallo bianco mentre regge la bandiera con lo stemma araldico della famiglia (una scala), e Cangrande, sul destriero nero, subito al suo fianco.
Viene qui rappresentato il trionfo sulla città di Vicenza, la cui conquista, avvenuta il 15 aprile 1311, segnò una svolta fondamentale per la città e per il Veneto. L’azione fu voluta dall’Imperatore Enrico VII di Lussemburgo e condotta dalle truppe imperiali con il cruciale supporto di Cangrande I della Scala di Verona. Vicenza, all’epoca sotto il controllo di Padova, si ribellò al dominio guelfo padovano, fornendo il pretesto per l’intervento ghibellino. Con questa vittoria, la città passò sotto il controllo imperiale, che affidò il vicariato a Cangrande, avviando così la Signoria Scaligera e accendendo il lungo conflitto con Padova. Questo evento consolidò significativamente il potere degli Scaligeri nell’Italia settentrionale. A novembre dello stesso anno, Alboino moriva, lasciando il pieno controllo e potere a Cangrande.
Cangrande della Scala fu il più famoso signore di Verona nel Medioevo. Salì al potere giovanissimo, all’inizio del Trecento, e si rivelò subito un leader energico e carismatico. Da vero capo ghibellino, sostenne l’Impero e trasformò Verona in una delle città più forti e stabili dell’Italia settentrionale. Fu un grande condottiero: conquistò Vicenza, mise sotto controllo Padova e Treviso e ampliò l’influenza scaligera in tutto il Veneto.
Al tempo stesso, seppe mostrarsi generoso e attento alla vita culturale. La sua corte divenne un punto di riferimento per molti intellettuali, tra cui Dante Alighieri, che in lui vedeva un protettore e forse un possibile unificatore politico dell’Italia. Cangrande morì improvvisamente nel 1329, poco dopo una vittoria militare. La sua scomparsa segnò l’inizio del declino della potenza scaligera, ma la sua figura è rimasta nel tempo simbolo di coraggio, abilità politica e splendore culturale per la città di Verona.
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