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Epoca

1600

Misure

cm 62 x 51

Descrizione

XVII secolo, Scuola bergamasca

Madonna con Bambino benedicente

Olio su tela, cm 62 x 51

Con cornice, cm 83 x 71

 

Il vivo rossore che accende le guance della Vergine e del Bambino, vellutate nella sfumatura che ricorda le espressioni più sentimentali di Giovanni Stefano Danedi detto il Montalto (1612-1690), è debitore a sua volta della tradizione incoraggiata dai massimi artisti del primo Seicento ambrosiano quali il Morazzone, il Cerano e i Procaccini. L’intensità materica e la forma levigata assunta dai personaggi inserisce inoltre la composizione nell’imperante costume pittorico bergamasco pilotato, al principio del Seicento, da Enea Salmeggia, Gian Paolo Cavagna, Francesco Zucco e, in misura minore, da Pietro Ronzelli. Questi artisti, morti tutti entro il 1630, segnarono il territorio in modo incontrovertibile, tanto che la critica ancora si domanda se sia opportuno, per le generazioni di artisti a essi successiva, discorrere in termini di scuola post-salmeggesca o meno. La tela secentesca, dal soggetto analogo, oggi conservata presso Palazzo Marinoni Barca (Clusone, Bergamo), se non fornisce un indizio per risalire all’identità del presente pure ne suggerisce i molteplici riferimenti a diversi artisti. A Giacomo Cotta (1627-1689) per primo, attivissimo su suolo bergamasco ma estraneo a quella tradizione pittorica locale che per due secoli fu debitrice della cultura veneta, che con la sua Madonna con Bambino e santo francescano del Monastero della Visitazione di Alzano Lombardo (BG) si affianca al presente nello sguardo profondo e nel taglio degli occhi della Vergine, promuovendo una composizione moderata e intima. Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio (1553 ca – 1626) nella Madonna con Bambino benedicente (Urbino, Gallerie Nazionali delle Marche) anticipa inoltre la presente disposizione delle figure e la perfezione geometrica del volto di Maria. Artisti bresciani del calibro di Francesco Paglia (1635-1714) paiono in un secondo tempo aver riflettuto sugli esiti di questa trattazione del colore, adottando quel forte chiaroscuro che insiste sulle confezioni classicheggianti delle scene religiose, come accade con la Madonna col Bambino tra S. Lucia e S. Apollonia (chiesa parrocchiale San Marco, Livemmo, Brescia) del Paglia.

Al presente contribuisce inoltre quel raggio di influenza immediatamente antecedente, che riconobbe in Giovan Battista Moroni (1520/24-1578/79) un campione anche nel ritratto religioso, come accade per la Madonna con Bambino e San Giovannino (Museo di Belle Arti, Szépmüvészeti Múzeum di Budapest). La scuola veneto-bergamasca autrice della Madonna con Bambino e della Madonna con Bambino, san Giovanni Battista e san Gioacchino di XVI secolo dell’Accademia di Belle Arti Tadini (Galleria dell’Accademia, Lovere, Bergamo) indugia su un ulteriore piano figurativo, consentendo di accomunare il presente ai lontani echi di Bernardino Butinone (1450 ca.-1510 ca) e alla sua Madonna con Bambino della Pinacoteca di Brera (Milano).

 

L’oggetto è in buono stato di conservazione

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