Fine XIX secolo, Scena bacchica

Fine XIX secolo

Scena bacchica

Olio su tela, cm 168 x 213

L’opera, un olio su tela di generose dimensioni, è riferibile alla fine del XIX secolo e ha come soggetto una scena bacchica. 

Il corteo bacchico si formava durante il baccanale, una festività romana (sebbene di origine greca) che si celebrava a sfondo propiziatorio nel periodo della semina e della raccolta delle messi, diventando poi col tempo una festa orgiastica praticata al tempo della vendemmia. 

In un lussureggiante paesaggio boschivo, da cui emergono sullo sfondo rovine di architetture classiche antiche, trionfa centralmente in tutta la sua acerba virilità sensuale il dio Bacco, riconoscibile dalla ghirlanda di foglie di vite che gli cinge il capo e il bastone, oltre che dalla pelle che gli copre le membra. Lo sguardo del volto, che si connota per la forte espressività dei tratti e per un attento realismo, conduce lo spettatore all’altra protagonista della scena, una figura femminile avvolta da una leggera tunica e da un manto azzurro drappeggiato, nella quale potrebbe essere riconosciuta la figura di Arianna. Tutt’intorno si presenta una scena particolarmente affollata di personaggi intenti a compiere svariate azioni, dai piccoli putti con coppe e ghirlande di fiori, a baccanti o ninfe superbamente fasciate da ampi mantelli colorati.

Il corteo che circonda il dio si ispira alla tradizione, ormai ben consolidata, della rappresentazione dei Trionfi secondo il costume antico: ciascun dio della mitologia aveva un carro personale trainato da una coppia di animali totemici, due ghepardi nel caso di Bacco, secondo la descrizione data da Catullo nei suoi Carmina docta.

Da un punto di vista stilistico e formale prevale una pennellata rapida, sfuggente e materica, capace di conferire alla tela quel senso di caotica dinamicità che pervade la scena bacchica; contribuisce a quest’effetto anche la tavolozza cromatica, dalle tonalità particolarmente cangianti e caratterizzate da un forte contrasto chiaroscurale. 

La tematica mitologica legata alla raffigurazione di fauni, baccanti e pastorelle occupava un posto di rilievo nell’arte europea, soprattutto a partire dal XVIII secolo: gli amori degli dèi cessarono, infatti, di essere considerati un soggetto principalmente associato alla decorazione di mobili e agli affreschi delle ville, divenendo essi stessi il soggetto più popolare per i quadri delle gallerie, in particolare nelle poesie, i dipinti narrativi basati sulle Metamorfosi di Ovidio.

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