Seicento
in cornice 62 x 82 cm
Francesco Albani (Bologna 1578 – 1660) Cerchia di
Marte e Venere nella fucina di Vulcano (o Allegoria del fuoco)
da Ovidio, Metamorfosi, libro IV
Olio su tela (53 x 72 cm./ in cornice 62 x 82 cm.)
Il bel dipinto proposto, raffigurante Marte e Venere nella fucina di Vulcano, è attribuibile ad un maestro aderente ai modelli stilistici e compositivi del bolognese Francesco Albani (Bologna 1578 – 1660), presumibilmente attivo nell’ambito della sua stretta cerchia.
Discepolo di Annibale Carracci, Albani è considerato, insieme al Domenichino ed a Guido Reni, tra i maggiori esponenti del classicismo bolognese, estremamente richiesto dalla colta committenza dell’epoca.
Grazie ad uno stile contraddistinto da composizioni a carattere idilliaco e pertanto compiacenti al gusto più intimo dei committenti, la maggiore produzione della bottega dell’Albani va ravvisata nei dipinti mitologici, piuttosto che in quelli a tema religioso
La composizione in esame trae inspirazione, seppur con varianti, dall’Allegoria del Fuoco/l’Allegoria dell’Acqua, conservata alla Galleria Sabauda a Torino, facente parte di un ciclo di quattro tondi ispirati agli Elementi ed eseguito da Francesco Albani fra il 1625 e il 1628 per la superba collezione del cardinale Maurizio di Savoia (fratello del Duca Vittorio Amedeo I), che era rimasto affascinato dalle Storie di Venere e Diana realizzate dall’Albani per Scipione Borghese prima del 1622.
Si tratta di composizioni che riscossero un ‘enorme fortuna critica e furono straordinariamente elogiate dai collezionisti europea, per la loro valenza estetica e decorativa, in cui mito e natura trovano piena idealità paesistica
Il dipinto mostra l’amore adulterino tra Venere e Marte, come narrato da Ovidio nelle sue Metamorfosi (libro IV), con le due divinità al centro della composizione che giacciono assorte in un appassionato abbraccio d’amore, poco prima della scoperta dell’adulterio da parte di Vulcano, marito di Venere.
La scena è ambientata nella fucina di Vulcano, dove una miriade di amorini alati sono intenti a preparare le proprie frecce e a forgiare le armi che trafiggeranno i cuori indifesi delle loro vittime. Nella parte sinistra un gruppetto di amorini, dopo aver posizionato sugli alberi un cuore ed un armatura come bersagli, si stanno allenando.
Come rivela Ovidio le azioni della moglie saranno rivelate a Vulcano grazie alla denuncia di Apollo, il dio Sole, che nel nostro caso potrebbe essere identificato nella figura in alto a bordo del suo carro.
INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI:
Il dipinto viene venduto completo di una piacevole cornice dorata ed è corredato di certificato di autenticità e scheda iconografica descrittiva.
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