XVII secolo, Giovanni Stanchi (1608-1675) e Girolamo Pesci (1679-1759), Madonna immacolata entro ghirlanda floreale

Giovanni Stanchi (Roma, 1608 – 1675) e Girolamo Pesci ( Roma 1679 – 1759)

Madonna immacolata entro ghirlanda floreale

Olio su tela, cm 95 x 72

Cornice, cm 106 x 83

Perizia del Prof. Emilio Negro

Il presente dipinto è frutto di una felice collaborazione tra due pittori: il primo autore dell’immagine religiosa l’altro della ghirlanda di fiori freschi, vera protagonista del dipinto. La figura rappresentata è una Immacolata concezione, il dogma, cioè la verità di fede, per cui la Madonna non è stata “toccata” dal peccato originale, ne è stata preservata sin dal primo istante del suo concepimento. Al centro della composizione quindi la Madonna è circonfusa da nubi dorate e avvolta da una luce divina; abbigliata con veste bianca e manto azzurro apre le braccia in preghiera porgendo gli occhi verso il cielo mentre poggia i piedi su una mezza luna, simbolo iconografico spesso presente nelle Immacolate concezioni. Assieme a lei una coppia di angeli e una di cherubini. La figura per rimandi stilistici può essere correlata alla mano del pittore Girolamo Pesci (Roma 1679 – 1759) che diventato membro della prestigiosa congregazione di pittori romani denominata de Virtuosi al Pantheon” riuscì a distinguersi tra gli esponenti della scuola del Maratta. Fu poi sedotto dallo stile del Trevisani che segnerà la sua arte in leggerezza, delicatezza espressiva e spiccato gusto per i colori sfumati e perlacei – ossequio al colorismo veneto tipico del Trevisani. La presente immacolata può essere di fatto collegata all’Eucazione della Vergine della Chiesa di S. Giuseppe alla Lungara, all’Estasi di san Francesco del Museo civico di Rieti ma anche l’Ascensione della Vergine della Chiesa di S. Maria Maddalena a Roma.

La ghirlanda è invece senza alcun dubbi attribuibile alla mano del pittore romano Giovanni Stanchi (Roma, 1608 – 1675). L’autore, che si distinse tra i migliori naturamortisti attivi a Roma durante l’età barocca, fondò una bottega in cui lavoreranno i fratelli Angelo e Nicolò, dimostrando una sinergia di intenti e una coerenza qualitativa straordinaria.

Gli Stanchi e i loro dipinti venivano ricercati dalle più importanti famiglie dell’aristocrazia romana, dai Colonna, ai Chigi, ai Rospigliosi, e presenti fin dalla fine del secolo nelle raccolte medicee. Estremamente varia per tipologia ma stilisticamente coerente, la produzione degli Stanchi può essere suddivisa a seconda dei soggetti proposti: innanzitutto le ghirlande, di cui la tela proposta ne rappresenta un esempio di qualità, legate al modello fiammingo reso celebre a Roma da Daniel Seghers, e probabilmente in gran parte riferibili a Giovanni. In particolare la presente può essere messa in relazione al Vaso di fiori, putti e uccellino e la Ghirlanda di fiori di Palazzo Colonna (dipinti su specchio le cui figure sono realizzate da Carlo Maratta), la Ghirlanda di fiori e farfalle della Pinacoteca Nazionale di Bologna e la Natura morta con ampolla di vetro e cesto di frutta di Galleria Pallavicini ma anche il festone di fiori del Musée des Beaux-Arts, Nantes e la ghirlanda del Museo della Natura morta di Poggio a Caiano

In questi dipinti vi è stessa pittura brillante e estrosa, fatta da colpi di luce, caratteristica dei dipinti eseguiti negli anni della piena maturità artistica del maestro.

Tra i fiori rappresentati troviamo tulipani, rose e anemoni che sembrano avere un significato simbolico: sono metafora della caducità della vita e della bellezza terrena, che, come i fiori, appassiscono lentamente.

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