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Paolo Scirpa è nato a Siracusa nel 1934. Vive e lavora dal 1968 Milano. Ha insegnato Accademia di Belle Arti di Brera fino al 2001.  L’artista diventa noto al grande pubblico per i Ludoscopi, opere tridimensionali che propongono la percezione di profondità fittizie, veri iperspazi-luce in cui è abolito il limite tra il reale e l’illusorio. Nel corso degli anni realizza anche grandi opere di denuncia consumistica – tra le quali Megalopoli consumistica del 1972 – delle installazioni e delle pitture che sono quasi una rappresentazione bidimensionale dei Ludoscopi. Negli anni ‘80 sviluppa i primi interventi progettuali inserendo le sue voragini luminose in architetture e ambienti di grande prestigio. Dal 2018 aderisce al progetto Cramum partecipando alla mostra collettiva “Il cielo sopra di me” a Villa Bagatti Valsecchi di Varedo.
Sue opere sono in importanti collezioni e musei tra i quali, il Museo del Novecento, le Gallerie d’Italia, le Civiche Raccolte delle Stampe Achille Bertarelli al Castello Sforzesco, la Biblioteca dell’Accademia di Belle Arti di Brera, il MAPP (Milano); il MAGA (Gallarate); la VAF-Stiftung del MART di Trento e Rovereto; La Galleria Nazionale e La Collezione Farnesina, raccolta d’arte contemporanea del Ministero degli Affari Esteri (Roma);il Museum Ritter (Waldenbuch) e il Musée des Beaux Arts (Caen).

Riapre oggi e rimarrà aperta fino al 31 gennaio 2020 a Milano da Gaggenau Hub la mostra ‘Sconfinamento’ del Maestro Paolo Scirpa a cura di Sabino Maria Frassà.
In occasione di questa riapertura i promotori – Cramum e Gaggenau – presentano il video racconto della mostra, in cui il curatore spiega le caratteristiche principali del percorso artistico di Paolo Scirpa.  La mostra ha riportato a Milano dopo anni di assenza la magia dei neon di uno degli artisti italiani viventi più stimati al Mondo, acquisito da collezioni istituzionali e Musei importanti quali il MART di Rovereto, il Museo del Novecento e le Gallerie d’Italia.

‘Sconfinamento’ raccoglie 15 opere tra sculture, dipinti e fotografie, accomunate dal fatto di essere “porte” verso l’infinito. Come ricorda il curatore Frassà “Forte è la componente spirituale nel lavoro di Paolo Scirpa, che porta l’infinito in uno spazio finito. Le sue opere danno la possibilità allo spettatore di conoscere, provare e vivere lui stesso l’infinito, elevarsi al di la della propria corporeità ed elevarsi. Sono quindi opere “interattive” che vanno vissute e viste da vicino: solo con gli occhi a pochi centimetri dall’opera si disvela “un mondo parallelo, l’infinito nel finito”.

Attraverso le sue opere, Paolo Scirpa indaga perciò l’infinito quale dimensione a cui l’uomo tende, senza pretesa o presunzione di rappresentarlo. 
Eternità e infinito sembrano però essere solo il movente, l’inizio del viaggio. “Quanto tempo è per sempre?” chiedeva Alice al Bianconiglio. Guidandoci nel suo Mondo anche Paolo Scirpa, come il Bianconiglio, sembra risponderci: “A volte, solo un istante”.  Per l’artista, obiettivo dell’arte è sconfinare, ovvero indurre un percorso di libertà mentale e fisica: senza non c’è progresso né evoluzione. I suoi Ludoscopi sono opere tridimensionali che propongono la percezione di profondità fittizie, veri iperspazi-luce in cui è abolito il limite tra il reale e l’illusorio, che mirano a liberare e elevare l’essere umano, ad approcciare e percepire l’infinito anche solo per un secondo.

Sabino Maria Frassà spiega che “le opere di Scirpa sprigionano una vertigine di gioia, una possibilità di riassaporare quello stupore e quella meraviglia propria dei bambini, ancora incoscienti e non pienamente consapevoli di sé e dei propri limiti.

La mostra “Sconfinamento” riesce a  far provare tutte queste emozioni: a ogni angolo i ludoscopi site-speicifc incantano e ipnotizzano chi li guarda, mentre i Progetti Urbanistici (fotografie) ingannano l’occhio mostrando una Milano come se fosse stata sviluppata da architetti futuristi.
Terminata questa esperienza immersiva, ognuno di noi penserà come Alice a conclusione del suo viaggio che nulla è impossibile e che basta un secondo per capire che l’infinito è solo l’inizio”.

La mostra – visitabile fino al 31 gennaio 2020 – chiude il ciclo di mostre ‘IN-MATERIAL, quando la materia si fa pensiero’, ideato dallo stesso Frassà e promosso dal noto brand tedesco insieme al progetto non profit Cramum per tutto il 2019.